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DESIDERARE PER OTTENERE. RINUNCIARE AD UN DESIDERIO

DESIDERARE PER OTTENERE.

RINUNCIARE AD UN DESIDERIO (NEANCHE PER SOGNO!)

V

i è un metodo che è fra i più efficaci che io conosca qualora si voglia ottenere qualcosa. Per realizzare un desiderio Veniva praticato dagli iniziati ai misteri. Può fornire risultati in tempi brevi: da 7 ore, a 7 giorni a 7 settimane dal momento dell’azione.

Si possono ottenere reali e concreti risultati: ma se ne può garantire l’efficacia e l’assoluta non pericolosità solo se viene applicato nei confronti di alcuni precisi processi.

Si tratta di “desideri” legati al miglioramento di sè, come persona, come entità morale e spirituale.

Il reale e onesto desiderare infatti di essere migliori, di essere in salute, di poter liberarsi di un determinata debolezza, una certa abitudine o difetto che ci arreca solo disturbo, mette in moto un processo che in modo irrefutabile ci consegnerà un risultato sicuro.

Nel mondo spirituale, più un essere rinuncia a se stesso, più ottiene qualcosa per diventare più grande.

Desideri di “potere”, di amore o economici non rientrano in questo tipo di lavoro. Perchè di fatto si tratta del potere della “RINUNCIA” di una parte di sè. Non di altro.  Tali esercizi possono condurre a tutto, a niente o anche a un destino peggiore, se vengono usati in modo sbagliato, egoistico. Chi è affezionato a se stesso e vuole solo “aggiungere” altro materiale “decorativo” non riceverà aiuti e non ne trarrà alcun beneficio.

CAMBIARE SE STESSI, RINUNCIARE A PARTI INUTILI DI SE’. PER DIVENTARE MIGLIORI (ermetismo)

La possibilità di ottenere una perfetta realizzazione di un desiderio, si basa su tre aspetti fondamentali: –              Conoscere la forza con cui si va ad interagire (doppio) –              Trovare la formula appropriata nel “chiedere” l’ esaudizione  di un desiderio (mantram) –              Ripetere sistematicamente ogni giorno la formula (ritmo)

Se scegliamo di cambiare, di smettere di avere atteggiamenti che ci caratterizzano e che ci piacciono, se decidiamo di cambiare una nostra abitudine, questo comporta ovviamente una rinuncia iniziale. Ma tutto ciò che facciamo in piena coscienza, per scelta deliberata interiore ha un effetto rilevante sull’anima. La nostra centralità egoica interna viene attaccata e aumenta, si libera la nostra forza d’amore verso la periferia, l’esterno. Dopo aver operato dei cambiamenti (anche piccoli) in noi, diveniamo capaci di immergerci con più amore nel mondo, lo assaporiamo e lo comprendiamo (prendiamo con noi) in modo diverso.

Questo tendenza a “cambiare” se stessi significa anche volontà di rinunciare a se stessi, alla propria autoaffermazione. Non si tratta di “eliminare” o mutilare qualcosa di sè: ma di trasformarlo in qualcosa di superiore: ciò che sembra perso dall’Ego, diviene conquista dell’Io”

Le indicazioni che seguono producono reali e incredibili risultati, se applicati in modo appropriato. Consiglio di non chiedere desideri materiali o di possesso: in quei casi si metterebbe in moto una vera e propria bomba ad orologeria dentro di sé. I desideri si realizzerebbero, allo stesso modo. Ma verrebbe richiesto un “compenso”. Non da me, certo. Ma dal “doppio” che vive dentro ognuno di noi: il quale ha tariffe davvero elevate, legate alla salute, alla morte e alla disgrazia.

Tiziano Bellucci

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Esercizio DELLA RINUNCIA DI Sé e segreto del subconscio


La base dell’esercizio è operare su ciò che viene chiamato” subconscio”. Che è tutt’altro oggetto, rispetto ciò che si crede secondo la psicologia classica. Il subconscio non è il “sotto coscienza”, ma bensì l’opposto della coscienza: l’anticoscienza, una consapevolezza capovolta. Ciò che nel cervello (coscienza di veglia) si presenta come pensieri e sentimenti, memoria e istinti, si riflette e appare nel cervelletto (sotto/coscienza) nel suo contrario.

Le cause che determinano i nostri difetti e le nostre deficienze si trovano nel subconscio: lo specchio “nero” che opera sotto l’elemento (coscienza) sovrintendente la realtà. Il subconscio non è la somma dei nostri difetti, ma l’ente che interagendo con la coscienza, li ha creati. Esso appare come un “anima adversio”, una sorta di “spirito di avversione, di contraddizione” che abita nell’uomo. Un suo “doppio” occulto, che interferisce con la sua coscienza, contrapponendosi ad essa, generando opposizione e contraddizione.

Questo “occulto essere dell’ostacolo” ha diversi punti di presa: ha bisogno di sfiducia, paura e dubbi in noi stessi; di tempo e spazio per interferire. Qualora in un nostro proposito vi sia insicurezza, negatività, una scadenza temporale che deve trascorrere o una obiettivo spaziale da raggiungere, lo spirito che vive nel subconscio farà di tutto per prenderci di sorpresa e portare all’insuccesso l’impresa. E’ come se vi fosse una occulta “regia” contraddittoria in noi, che tende ad opporsi e intralciare sempre, i nostri obiettivi. In occultismo si individuano queste forze con il termine di Lucifero e di  Arimane. “L’anima adversio” la si può vincere solo non dandogli occasioni e tempo per interferire nei confronti negli scopi e nei propositi.

Durante la vita, gli episodi che ci hanno creato dolore, imbarazzo, incomprensione o disorientamento (specie nell’infanzia) sono stati “presi” da questo doppio, e tramutati in “paure”, fobie, pregiudizi: elementi di debolezza che poi nella vita causeranno solo disagi.

Lo Scopo del discepolo è di usare queste potenze luciferiche ed arimaniche in modo che, anziché depotenziarlo, possano invece aiutarlo a realizzare i suoi scopi, i suoi desideri. Mettere al proprio servizio le forze del Drago”.

Di fatto il tutto sta nel formulare un’ affermazione riguardante un aspetto di noi stessi che si vuole migliorare, per poi procedere a ripeterla molte volte, fino a che si radichi nel subconscio, in modo da divenire un obiettivo che si imponga. Tutto sta “nel come chiedere” e formulare in modo esatto l’affermazione, in modo da “immobilizzare” e rendere impossibile l’interferire del subconscio. E’ molto importante che l’ affermazione sia espressa nel tempo presente e in modo positivo, imperativo. Il subconscio non può operare senza spazio, senza negatività e senza tempo.

Bisogna escludere il concetto “spazio” e il concetto “tempo” nell’esprimere il proposito. Per esempio, “io smetterò di fumare” non basta perchè è espressa sia in modo negativo che in un tempo che non è il presente. Meglio, dovrebbe essere “Io sono un sano, felice respiratore”. Evitate le frasi che includono la parola ‘no’. Si tratta di non permettere al subconscio, allo spirito di avversione, di creare ostacoli o interferenze. Non è bene dire: “voglio andare in vacanza in India” (perché viene indicato un luogo spaziale); meglio dire: “io sono dove amo stare, in India”. Anche se non siamo in India, l’importante è sentire come già potenzialmente realizzato il desiderio. Senza limiti di tempo e distanze da superare, il subconscio non potrà inserire ostacoli. Non può alterare nulla, perché non sa da dove penetrare, su cosa agire per opporre resistenza.

Il subconscio e i suoi abitanti agiscono soprattutto durante la notte, nel sonno. I momenti del risveglio e dell’addormentamento sono i momenti migliori per intraprendere a formulare le autosuggestioni positive. Si avranno i migliori risultati. Mai si deve andare a letto con ansie , depressioni e preoccupazioni perché esse si inserirebbero nel subconscio. Prima del sonno l’anima non deve essere alterata da nulla, ma calma.

Esercizio: formulare in parole un proposito che si vuole ottenere, un desiderio. In forma presente e imperativa come: “ogni giorno mi sento sempre meglio”; oppure: “sono in ottima salute”, o ancora: “sono sereno e felice”.

Si decida di lavorare su un desiderio alla volta. Lo si scelga e si perseveri con quello, sino a che non si è realizzato.


Prima di dormire, o al risveglio, si cominci a pronunciare per 40 volte sottovoce o mentalmente la formula di autosuggestione prescelta ad es: “Io sono pieno di coraggio”. L’importante è credere, avvertire fermamente che il desiderio sia diventato già realtà. Come se si operasse una “constatazione” di un fatto realmente già avvenuto: non come una richiesta di qualcosa da realizzare. Con lo stesso gioioso e positivo disposizione d’anima di chi stesse “ringraziando” il mondo spirituale per averlo aiutato a realizzare il proposito.

Se si è ancora svegli dopo la quarantesima ripetizione, è bene continuare ancora, sino a quando non si sprofonda nel sonno: portando con sé nell’incoscienza il desiderio presente nell’anima. E’ bene, a tal pro, preventivamente dotarsi di una cordicella di 30-40 perline ( o nodi ) per mantenere il conteggio delle affermazioni ripetute. Questo è un comodo strumento. A ogni ripetizione o interruzione, semplicemente muovete le dita di un nodo. Questo dà il vantaggio di essere liberi dal tenere il conteggio mentale delle ripetizioni della formula.

Quali sono i desideri che è legittimo chiedere? Solo i desideri volti a migliorare se stessi, la propria personalità. Affinare il proprio carattere, togliere brutte abitudini, vincere debolezze, disordini, ricuperare la salute sono desideri appropriati. Sono da escludere tutti i desideri tendenti a realizzare il possesso di beni esteriori, di amori, o denari. E’ bene persistere nel chiedere sempre lo stesso desiderio, e non passare ad un altro sino a che non si sia realizzato. ——————- I seguenti ulteriori esercizi devono essere compiuti durante il giorno, oltre a quello serale sopradescritto.

Esercizio: il mistero della respirazione cosciente: imprimere i desideri nell’aria da respirare Si tratta di inserire coscientemente un idea, un immagine, un proposito o un desiderio entro la sostanza aerea che andremo a respirare: impregnare l’aria di un idea.  Si deve stare seduti, e respirare attraverso il naso. Si immagini che qualsiasi cosa desideriate, entri nel corpo attraverso i vostri polmoni: tramite l’ossigeno che penetrerà nel sangue ogni tessuto del corpo verrà permeato dall’idea pensata. E’ fondamentale nutrire in sé la più completa convinzione che nell’aria inspirata sia contenuta la “forza” che andrà a realizzare il nostro proposito. Si pensi: io inspiro la forza che alimenta il mio coraggio. Oppure: inspiro l’energia che guarisce il mio corpo. I desideri impressi e assunti tramite l’aria avranno maggiormente influenze sui processi del piano psichico quali passioni, istinti. E’ tassativo dedicarsi solo all’inspirazione di idee pure, non egoistiche, che mirino al perfezionamento di noi stessi, dal punto di vista della mente, del carattere e del corpo. Si cominci con 7 respirazioni, aumentando gradatamente giorno dopo giorno la quantità di respirazioni. Mai respirare oltre mezz’ora. E’ consigliabile non dedicarsi alla realizzazione di più desideri, ma perseverare univocamente con un solo desiderio: attendere sino a che non si sarà realizzato. E possono occorrere giorni, settimane e mesi. Altri fattori importanti sono: la natura della vostra idea.  Il pensiero che inalate deve essere positivo ed interessare il vostro benessere spirituale. Il grado di persuasione. Dovete mantenere un atteggiamento di assoluta  fiducia nella realizzazione rapida della vostra idea.


Esercizio: il mistero del cibarsi: imprimere i desideri nel cibo da mangiare La stessa modalità descritta circa la respirazione può essere applicata all’ingestione di cibi. I desideri che saranno stati impressi e assunti tramite il cibo, avranno un influenza più sul piano materiale, sul fisico, sulle patologie fisiche. Ci si sieda di fronte al proprio cibo, e con intensa immaginazione ci si concentri sul fatto che il vostro desiderio venga incorporato nel cibo che andrete ad ingerire: ma con la stessa intenzione come se il desiderio fosse già stato realizzato. E bene durante imporre le mani sopra il cibo, mentre si compie l’immaginazione. Mentre masticate, siate convinti che con il cibo, state immettendo potenzialmente nel vostro corpo la realizzazione del vostro desiderio. E’ consigliabile non dedicarsi alla realizzazione di più desideri, ma perseverare univocamente con un solo desiderio.

Esercizi: la magia dell’acqua L’acqua fredda è un potente accumulatore per le idee, i desideri e i sentimenti.  Sotto i 4° e sopra i 36° cessa però di avere proprietà “accumulatrici”, diventando neutra. Bere un bicchiere d’acqua impregnandolo di desideri e propositi è una pratica reale. Inoltre mentre ci si lava, oltre a togliere lo sporco si deve pensare che si tolgono impurità dall’anima. Durante la doccia o lavandosi le mani occorre essere fermamente convinti che i nostri difetti, i dispiaceri, le insoddisfazioni, le malattie verranno lavate via insieme all’acqua. Le debolezze defluiranno via insieme all’acqua. Tutte le pratiche precedenti devono essere esercitate per un minimo di 15 giorni e un massimo di 30 giorni. Questo lavoro con gli alimenti e l’acqua può essere effettuato insieme agli esercizi del respiro. Questi esercizi dovrebbero diventare un’abitudine quotidiana.  Fate gli esercizi di respirazione ogni mattina ed ogni sera e fate l’impregnazione dell’acqua e dell’alimento durante ogni pasto. Con un poco di creatività sarete in grado di impregnate i vostri alimenti e bibite senza farvi notare, anche quando sarete in un ristorante o ad una tavola con tutta la famiglia.

Ricordiamoci che l’efficacia sta nel perseverare. Il ritmo supplisce alla forza. La goccia scava giorno, dopo giorno, nella roccia.

LIBERARSI DAGLI OGGETTI ESTERNI

Liberarsi degli oggetti inutilizzati che ingombrano la casa può essere considerata come una vera propria terapia: la liberazione del ciarpame si basa sul principio che l’’ambiente in cui viviamo riflette la nostra interiorità

. Di conseguenza un’a abitazione disordinata e straripante di cose superflue corrispondea un confuso e inconcludente approccio esistenziale.

E’ l’inizio della pulizia o liberazione interiore.


Tiziano Bellucci

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