L’ANGELO OSCURO: IL CLANDESTINO IN NOI
Noi non sappiamo di essere abitati.
Vi è una parte di noi che vive e partecipa alla vita del corpo e dell’anima.
Un’altra parte – indipendente da noi – s’intesse entro i processi della coscienza, come un gas, un liquido entro gli organi e i sensi.
Svolgiamo la nostra giornata convinti di essere noi ad agire, per intimo libero impulso interiore.
Invece ogni pensiero, sentimento e azione è frammischiato da stimoli indotti dal nostro interno, che appartengono ad un altro essere. Che non siamo noi.
Questo essere è corresponsabile di ogni nostra scelta.
C’è chi lo chiama Alter ego, doppio, sosia. O animadversio.
La scienza lo chiama astrattamene “subconscio”.
Non esiste un uomo che non abbia in sé questo doppio.
Dobbiamo a lui due cose: la possibilità di avere un arbitrio e di poter sapere di essere.
In cambio egli usa il nostro corpo e la nostra anima, per avere la sua esistenza e trarne occasioni di nutrimento.
Ogni azione o sentimento o pensiero è “contaminato” dall’influenza di questo essere che influisce-con il suo potere di egoismo- sull’usufruire delle esperienze che la vita ci porta in contro.
Egli ci fa credere tante cose: essere giusti, buoni e veri. Diffonde in noi un elevato impulso di autocommiserazione e quindi di nichilismo.
Il mondo appare come un elemento ostile e ingiusto dal quale noi dobbiamo distinguerci o separarci. O addirittura un luogo da cui liberarsi. Compresi i suoi abitanti.
Questo “abitante” in noi è l’artefice, il responsabile di ogni paura, dubbio e rancore che vive in noi. Nel tempo, sin dall’infanzia esso si dedica a radicare in noi debolezze, in modo che si possa fondare una filosofia contro il mondo e contro la fraternità.
Questo essere “clandestinamente” vive in noi, infondendoci una vita dell’anima distorta, disturbata.
Siamone consapevoli ogni volta che vediamo nell’altro uomo del male o dell’errore.
Non è nel mondo il negativo, ma dentro di noi. Questo essere in noi, ha un potere “specchiante”: proietta la nostra negatività sugli altri individui esterni e ci fa credere che appartenga a loro. Ma siamo noi: ogni difetto che vediamo negli altri, ci crea disprezzo perchè è in noi.
La scienza dello spirito insegna a “distinguersi” da questo essere che ci abita e ci sovrintende.
Una disciplina in grado di istituire uno stato di presenza e vigilanza costante –che può chiamarsi “piena consapevolezza” si pratica tramite la retta e perfetta concentrazione meditativa, come insegnata da Rudolf Steiner.
Tiziano Bellucci
Comments