nell'era del nichilismo occidentale
L’occidente crede di essere giunto ad un apice massimo della civiltà. E si sente in diritto, in obbligo di avere la missione storica epocale di reggere e far avanzare il resto del mondo sui propri principi postmoderni, ultraindividualisti, transumani.
Nel linguaggio filosofico, con il termine nichilismo (dal latino nihil «nulla») si indicano tutte le dottrine che NEGANO completamente i valori e i significati elaborati dai diversi sistemi religiosi, morali e filosofici. Come il sistema occidentale attuale. Nel linguaggio corrente si parla di nichilismo per indicare, gli atteggiamenti distruttivi o autodistruttivi che derivano dal rifiuto di ogni tradizione culturale e sociale.
Si “marcia” verso un abisso?
I razzismi mascherati
Nel mondo occidentale è presente un orientamento culturale e sociale che apparentemente sembra voler evitare ogni potenziale offesa verso determinate categorie e forme ideologiche: invece dietro di esso si cela una sorta di temibile “razzismo occulto” qualificato con il termine: “politically correct”.
Si pensa vi debbano essere diverse “modalità” di considerazione e di trattamento, a secondo dell’appartenenza ad una delle seguenti tipologie:
- razzismo culturale: esistono persone più istruite e persone più ignoranti
- razzismo di civiltà: esistono popoli più civilizzati e meno civilizzati
- razzismo tecnologico: esistono persone o società tecnologicamente più o meno retrograde
- razzismo sociale: esistono popoli deboli o forti di carattere in grado di affermarsi o non affermarsi nel mondo
- razzismo economico: esistono persone ricche e povere, ove le prime sono “dotate” di capacità mancanti nelle seconde
- razzismo di moda: non seguire il glamour, il fashion, significa essere regrediti;
- razzismo eterosessuale: affermare e difendere la eterosessualità è sintomo di inferiorità;
- razzismo progressista: credere che il presente sia meglio del passato e che tutti coloro che sono vissuti prima, ora defunti, fossero meno elevati di quelli attuali
- razzismo politico: chi non apprezza la democrazia, il mercato, il capitalismo, l’individualismo, l’arrivismo, il superamento dei generi sessuali, lo sviluppo tecnologico illimitato è un essere inferiore.
- razzismo scientifico: chi crede che esistano dei limiti che nella natura non debbano essere superati è antiscienza
- razzismo spirituale: chi parla di spirito, di Dio o religione è un essere superstizioso e poco evoluto.
Questo razzismo infuso dallo spirito negativo del tempo, genera una sorta di caccia alle streghe, di inquisizione moderna, che tende ad isolare e penalizzare gli individui o i popoli ritenuti non dotati dei requisiti allineati ai sistemi moderni nichilisti.
Il presente viene giudicato “migliore” e più soddisfacente del passato, umiliando tutti coloro che hanno vissuto nel passato: il presente appare come una “quintessenza” o primizia della cultura, che annulla e rinnega ogni pensiero e idea passata.
Si crede che le idee della società attuale siano leggi universali, e la civiltà attuale abbia raggiunto un apice mai raggiunto prima.
La falsa libertà
L’individuo viene incoraggiato a rimanere se stesso, così come è, a liberare o meglio, a “scatenare” le proprie ambizioni più intime.
Esistono due tipi di “libertà”:
- La libertà DA ogni vincolo (liberty), identificazione, restrizione, appartenenza: ogni norma è una limitazione
- La libertà DI poter esercitare una capacità, talento, virtù (individualista etico): ogni limite da superare serve come occasione per migliorare se stessi
Oggi libertà è scegliere chi essere e cosa essere. Dal gatto all'alieno: tranne essere umani.
Oggi si parla di libertà totale dell’individuo, compiendo un equivoco. Un conto è l’individuo e un conto è l’essere umano. L’individuo nichilista è pura espressione dell’ego, ossia quell’essere che è rinchiuso in una gabbia costituita dai suoi limiti e dalle sue imperfezioni. L’essere umano è un individuo che è in continua tensione verso una liberazione dai limiti infusi dalla sua egoità.
In altri termini l’individuo libero di oggi è solo un detenuto che guarda fuori nel mondo da dentro la sua prigione.
Potere ed economia
L’economia ha sostituto la politica. Le decisioni politiche sono sostituite da decisioni “tecniche” emanate da “specialisti” del sistema economico che utilizzano la logica del management, con il completo rimpiazzo della realtà oggettiva in cambio di una realtà di profitto.
Tutte le idee, i principi, le tradizioni e i valori che su un dato territorio sono stati conquistati dagli antenati, vengono scartati e umiliati, perché giudicati “retrogradi”, superati.
La modernità è progresso: il darwinismo sociale
Il concetto di “modernità” presuppone un progresso: che vi sia un accumulazione di doti e facoltà che sono state conseguite da una data civiltà, nel tempo: una crescita, un evoluzione dall’inferiore al superiore.
Si ipotizza che le conquiste della modernità segnalino una crescita, un miglioramento continuo e progressivo dell’umano.
Ma miglioramento su quale piano? In merito al corpo, o allo spirito umano?
L’uomo ha di certo reso migliore il suo stato di benessere fisico, medico ed economico.
Ma ha perfezionato il suo stato di consapevolezza, di etica, di ecologia, di fratellanza?
E’ migliorato come individuo, nei confronti della Natura e dell’umanità?
Il degrado etico dell'umanità attuale non esprime un'evoluzione della coscienza: nell'antica Grecia, ai tempi dell’antica india, l'uomo era moralmente migliore di oggi.
L’uomo nichilista attuale, che non crede a nulla, si affida volentieri a teorie materialiste, come il darwinismo.
Oggi si è arrivati a credere che le leggi del mondo animale (jungla) possano essere trasportate nella società. Si tratta di un “darwinismo sociale”. L’accaparrarsi il meglio, la competizione, la sopravvivenza è la legge della civiltà odierna: si applica una logica “zoologica” allo sviluppo del genere umano: che equivale alla lotta e la distruzione del più debole da parte del più forte. Questa lotta viene oggi attuata attraverso mezzi economici. Oggi è il capitalista che porta avanti lo stesso principio aggressivo animale. Il progresso di una nazione coinciderebbe quindi con la crescita del suo potere economico.
La libertà totalitaria
L’individuo di oggi è totalitario e intollerante verso qualsiasi forma diversa da lui. Tollera solo “piccole creature” prigioniere come lui: reclama i diritti di un omuncolo, più che di un uomo. Ad esso è concesso fare tutto, pur essendo incapace di fare qualsiasi cosa.
Lo spettatore attuale post moderno non capisce nulla di ciò che gli accade davanti: assiste solo ad un flusso di immagini e di notizie che lo divertono, lo distraggono, lo “svagano”.
La proclamazione dell'individualismo è oggi rappresentanza della massima libertà e legittima conquista dell'uomo. Essere liberi oggi, è "scatenare" le proprie passioni e desideri nel nome dell'individualismo, che può e deve esigere ogni cosa compare in lui.
Questo "individualismo" è equivocato con il termine "sub-umanesimo": ossia annullamento dell'umano. L'uomo purtroppo non scade nella "bestia", perche se cosi fosse, avrebbe almeno qualche istinto naturale che lo governa.
Il sistema attuale vuole fare credere che l’uomo ha il sacrosanto diritto di dire sempre “no”, di opporsi a ciò che non gli risuona. In realtà questa apparente “libertà assoluta” nasconde un inganno. Eclissa la possibilità di potere realmente scegliere. Il potere materialista dice: “vuoi opporti a noi? Ne hai tutto il diritto. Ma se ti opponi devi rinunciare anche a ciò che il sistema ti ha fornito. Vuoi rinunciare allo smartphone, ad internet? è possibilissimo. Vuoi smettere di usare la tecnologia, la lavatrice, la televisione? Ma certo! Ma sei sicuro di poter vivere senza di essi? Ti conviene ritornare indietro nel progresso e retrocedere ad uno stadio “primitivo” senza gli agi e le comodità che ti sono state da noi date? Puoi tu rinunciare a questo?”
La risposta è “sì, posso farne a meno”, se si è liberi. Altrimenti si è liberi solo di dipendere con compiacenza.
Il sistema sociale di oggi non favorisce l'umano, anzi gli vende "le sue paure e i suoi complessi”.
L’equilibrio panacea di ogni male
E’ facile riconoscere due polarità nell’uomo:
EGOISMO è tutto quello che viene spontaneo, senza fatica. AMORE è tutto quello che chiede un superamento, amando lo sforzo.
Invece che proclamare inni in nome del progresso, della crescita economica, del benessere e della modernità, ci si dovrebbe orientare verso la conquista di un equilibrio, di adattabilità, di armonia con il mondo.
La vita conta più della crescita: essa “gira in cerchio, di continuo”. La vita non si espande verso un’evoluzione progressiva di se stessa, ma ripete e ripropone i suoi cicli. La vita esiste sulla base della conservazione della vita, non sul progresso.
Si deve guardare ad un concetto organico e ciclico vivente del pianeta terra e dei suoi regni: un modello basato sulla preservazione e la tutela della natura, sul “conservare” la tradizione dei popoli, sullo studio e la rivalutazione delle proprie radici, di ciò che è costante nel mondo, di ciò che è periodico e come tale, esprime l’eternità.
Conservare, non è rimanere o ritornare indietro: è edificare sulle radici del passato, rispettando le proprie origini e tutti coloro che prima di noi hanno contribuito ad accrescere le capacità tecnologiche, i valori culturali, spirituali e filosofici del genere umano.
Esiste un oggettivo processo di degradazione del mondo: esso non è solo l’agire di “forze del male”: è l’uso errato delle forze di libertà da parte umana che possono condurre alla degenerazione totale.
Ciò che è un grande bene, può diventare un grande male, se usato in modo improprio.
La concezione attuale che vede l'uomo frutto del CASO crea la decadenza trans-umana che elimina il SACRO presente in ogni uomo. Sacralità non ha nulla a che fare con la religione: SACRO è quel senso di timore e riverenza che si può sentire quando si rivolge la propria attenzione verso se stessi, e verso il cielo.
Tutto questo non è utopia: è il destino dell'uomo, dell'umanità. Ma che si realizzi o no, dipende dall'uso che noi facciamo della nostra libertà. Se la usiamo per "esseri liberi di fare ciò che ci pare" o per "essere liberi dalle nostre debolezze".
Il filosofo Heidegger scrive: “E’ vano attendere che Dio o gli Dei ritornino. Non verranno, perche attendono la nostra venuta. Attendono che prepariamo loro la dimora per il Loro Ritorno”.
Tiziano Bellucci
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