"Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore Dalle ossessioni delle tue manie Supererò le correnti gravitazionali Lo spazio e la luce per non farti invecchiare E guarirai da tutte le malattie Perché sei un essere speciale Ed io, avrò cura di te"
Chi parla qui? Chi avrà cura di me? Quante volte abbiamo ascoltato questa musica, credendo fosse una canzone d'amore, legata all'amore di coppia, all'amicizia?
Invece qui chi parla è l'essere umano superiore, che vive in ogni scintilla umana, che può prendersi cura dell'uomo comune. E' un soliloquio, fra il nostro io e la sua anima.
Tutti si domandano: “quando torneremo alla normalità?” oppure: “come devo comportarmi con la situazione vaccinale?” Tutti vogliono ripristinare la condizione precedente, senza considerare che la fase evolutiva chiede un cambiamento, il quale non può portare “indietro”. Altrimenti perché vi sarebbe una crisi?
Cosa dice qui il mio "io" superiore in questo momento storico, colui che può e vuole prendersi CURA di me? Egli dice: "Anche se può sembrare paradossale, non è importante quando e come finirà questa emergenza planetaria. Ciò che conta è “il lavoro” che viene compiuto dal singolo umano durante l’emergenza, dall’attrito viene suscitato nell’affrontare la crisi. E’ fondamentale come viene gestito il mutamento dal punto di vista emotivo e mentale, come vengono superati i blocchi e soprattutto come vengono curati i rapporti interpersonali, di lavoro e di amicizia. Nelle condizioni avverse, si sperimenta la veracità e la capacità creativa degli individui. E’ importante cosa accade di nuovo dentro all’uomo. Perché quel “nuovo” sarà la medicina del futuro, l’antidoto al male di oggi. Prendersi “cura” dell’universale umano è la cura. Cerca di “essere nuovo” ogni giorno, e forse ti stupirai di trovarti in un “mondo migliore” di quello che volevi “recuperare”.
Tiziano Bellucci
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