Vi era un tempo in cui vi era un Angelo potente, pieno di grazia e di bellezza, di nome Lucifero. La sua veste scintillava con uno sfolgorio di luci turchine ed azzurre. Sulla fronte aveva un diadema di smeraldo verde.
Egli viveva entro il Sole e “portava” la luce fuori nel mondo, e illuminava ogni essere.
La sua forza e il suo fascino erano grandi, tanto che Michele non lo eguagliava: Lucifero era il “principe” della luce. Sapeva di essere bello e potente, ma a quei tempi donava la sua bellezza e la sua forza per il bene del Divenire universale.
Un giorno venne convocato da Dio. Egli gli disse:
“Lucifero, ho in serbo per te una missione grandiosa. Un compito a cui solo un essere meraviglioso e fedele come te può attendere. Vuoi sapere di cosa si tratta?”
Lucifero rispose:
“Onore e gloria al Dio degli eserciti celesti: ogni progetto che viene dalla tua mente santa è per me un onore adempiere e realizzare. Accetto a priori la missione, senza doverla conoscere. Può esservi solo assoluto bene, perfezione e amore, se un piano viene concepito da Te. E io posso solo inchinarmi se hai scelto me per realizzarlo”.
Dio replicò:
“Lucifero, io voglio che tu sappia i termini del Mio mandato. Perché la consapevolezza è il più grande dei doni e degli onori. E tu meriti questo dono.
Lucifero inchinandosi implorò:
“Dio delle meraviglie, delle cose mai nate e mai morte; nel tuo Essere risiede il segreto dei segreti. Io ammiro e glorifico ciò che proviene da te, ti ripeto: non voglio sapere la natura del progetto. Ardo solo da ora, di adempierlo con tutto me stesso”.
Dio disse allora.
“Lucifero devi essere cosciente che nel momento in cui ti rivelerò quale è il mio piano, tu ti dimenticherai di te stesso, del tuo essere e “diventerai” il mio progetto.
Lucifero ancora, prostrandosi sussurrò:
“E sia, Dio: voglio trasformarmi nella tua idea, dimenticarmi di tutto ciò che sono. Dimmi cosa devo fare, rivelami il tuo piano”.
E Dio disse:
“Lucifero, da ora sino alla fine del tempo fissato, tu devi odiarmi”.
E in quell’attimo esatto sotto i piedi di Lucifero si aprì un abisso, obliando il suo passato e il suo essere.
Egli cadde dai cieli, rotolandosi nel vuoto, perdendo dalla fronte la pietra del potere della luce, il diamante verde. Molti dicono che venne trovata da Adamo, e che poi la ebbe Melchisedek e infine venne plasmata nel calice con cui Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue di Cristo sul Golghota.
Di fatto Lucifero, da quel momento odia Dio sino alla fine del mondo: adempie in perfetta esecuzione il piano divino.
Ma c’è chi dice che qualcuno lo redimerà, qualcuno gli riconsegnerà la memoria perduta. Qualcuno che gli rivelerà il mistero dell’amore che in lui è stato nascosto, cancellato.
Il Figlio dell’uomo, che nascerà dall’anima purificata dell’uomo, lo salverà ed esso ritornerà ad essere quell’angelo di luce che fu un tempo.
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