LOGOS MUSICHA: VIAGGIO ESOTERICO NELLA MUSICA E NELL'UNIVERSO
Percorso esoterico rivolto a tutti, in due incontri serali su Zoom lunedì 10 e 17 giugno 2024 dalle 20.30 alle 22 a cura di Tiziano Bellucci, musicista antroposofo
Viaggio/indagine/esperienza artistica per imparare ad ascoltare, ad usare il suono e la musica, quale “ponte” per penetrare dalla realtà fisica entro quella spirituale. Non è necessario essere musicisti per compiere questo itinerario attraverso il tempo e il cosmo: è sufficiente essere umani.
Il percorso prevede anche la possibilità (in modo facoltativo) di accedere a tutorial di Tiziano Bellucci per imparare a suonare il pianoforte e la chitarra. Verranno mostrati esempi pratici durante i due incontri. Per chi è interessato potrà accedere successivamente a 30 lezioni con video tutorial corredati da due manuali PDF, stampabili, contenenti gli spartiti musicali inediti, composti dall’autore. L'accesso è permanente, non ha scadenza.
Costo dei due incontri sulla natura esoterica del Logos/Musicha: 19 euro
Costo del corso di pianoforte e chitarra (facoltativo): 30 euro
Totale 49 euro.
per iscrizioni: https://unicornoscorsi.wordpress.com/logos-musicha/
“Il Silenzio si ruppe, risuonò andando in mille pezzi. Il Suono vibrò: ogni pezzo divenne pianeta, sole, satellite, nell’Universo. La musica è il mezzo attraverso cui si sono aggregate costellazioni e sistemi solari.”
L’uomo non ha bisogno della Musica, ma è la Musica che ha avuto bisogno dell’uomo nell’universo affinché potesse manifestarLa.
La musica ha scelto l’anima dell’uomo come annunciatrice, come specchio per crearsi un’identità che la faccia emergere dal silenzio della coscienza cosmica”.
Ogni uomo, quindi anche tu, sei quindi chiamato, sei eletto come testimone, come strumento vivente capace di poter esprimere in modo cosciente e palese la Sua esistenza.
La musica non è solo suono e neppure un bisogno umano: è una Forza universale, invisibile che “opera” nel cosmo quale forza formatrice, configurante e reggente vita. Non ha padrone, e neppure è serva. “Abita” gli esseri, e come la vita, diventa parte di essi. Ma rimane sempre se stessa.
Cosa significa?
Qui si presenta il primo segreto della musica: essa non si “invera” solo tramite gli strumenti musicali. Ciò che si presenta come “armonia sonora” la si rintraccia nell’universo sotto un altro aspetto: come quell’essenza che fluisce come Forza di Vita in ogni cosa. Anima gli animali e l’uomo, conferisce forma a minerali e piante. Possiamo chiamarla “gravitazione universale”, forza di controllo dell’entropia? Armonizzatrice del caos cosmico?
Può avere tanti nomi. Così come nell’antichità vi erano tanti Dèi.
La musica è tuttavia Una, è qualcosa che vive al di là e oltre all’uomo: qualcosa che riesce ad arrivare a manifestarsi qui tramite le mani o la voce dell’uomo, ma che ha una sua esistenza propria in una sfera posta fuori dal mondo sensibile fisico, con anche tante altre mansioni.
L’uomo è l’unico strumento musicale che può trasporre quel qualcosa da quel mondo in questo mondo. In altri termini si può dire che il “fenomeno musica” palesa l’apparire di una realtà invisibile e intoccabile, entro il mondo visibile a mezzo dell’uomo.
per iscrizioni: https://unicornoscorsi.wordpress.com/logos-musicha/
Sul potere catartico della musica
Dopo la morte del figlio di tre anni, la pianista Dorothea von Ertmann, allieva di Beethoven, era completamente incapace di piangere. Beethoven era piuttosto riluttante a presentarsi a casa della donna affranta, ma alla fine la invitò a casa sua. Egli si sedette alla tastiera, e le uniche parole che rivolse all'amica dolente furono: "Ora ci parleremo con le note". Suonò per lei finché alla fine ella non cominciò a singhiozzare e il suo dolore non trovò espressione e sollievo. Ella poi raccontò: "Mi sentii come se stessi ascoltando i cori degli angeli che celebravano l'ingresso del mio povero figlio nel regno della luce. Quando Ludwig finì, mi strinse con tristezza le mani e se ne andò com'era venuto.
to"
TREDICI DOMANDE E RISPOSTE CRUCIALI SUL SENSO DELLA VITA
L’essere umano è sottoposto ad un processo evolutivo per mezzo del quale deve conquistare determinate qualità spirituali.
Queste qualità non le userà sulla Terra, ma in mondi futuri, quando tutto il mondo si sarà trasformato.
La Terra gli serve solo come base per esercitare e creare le sue future facoltà
L'uomo e la donna spariranno come generi
Il maschile si sarà trasformato in LIBERTA'
il femminile in AMORE
entro UNA SOLA ENTITA' ANDROGINA angelica
la Decima Gerarchia
1 - Chi sono io? Sono un essere spirituale che viene a fare un esperienza materiale: a differenza degli animali e delle piante, io sono un essere capace di interrogarsi sul senso della vita.
2 - Da dove vengo? Sono fatto di una parte materiale che è stata presa dalla Terra e da uno spirito che mi è stato donato dal cosmo.
3 - Dove sono diretto? Devo diventare un essere superiore, capace di collaborare attivamente con le Forze universali che hanno creato e dirigono il mondo
4 - Da dove viene il mondo? Il mondo proviene da un'altra evoluzione (mondo), precedente alla presente, la quale a sua volta è provenuta da un’altra e così via.
5 - Dove finirà il mondo? Il mondo non finirà, ma si trasformerà in un nuovo spazio in cui vivranno nuove creature, verso le quali io e altri umani ci occuperemo della loro evoluzione
6 - C’è una vita oltre quella che viviamo sulla terra? La vita terrestre è una delle possibili condizioni in cui sperimentare di essere vivi. Ci sono diversi altri piani o dimensioni in cui è possibile essere coscienti, pur senza essere fatti di materia
7 - Perché al mondo ci sono il male, il dolore e la sofferenza? Il dolore è uno stimolo, un moto evolutivo che serve a “destare” l’uomo affinchè si ponga delle domande sul motivo della sua esistenza e ritrovi la sua armonia perduta
8 - Cos'è l'amore? L’amore è la forza di attrazione che può attrarre gli umani, ma attrae anche ogni cosa nell’universo, affinchè vi sia una “gravitazione” attorno ad un essere
9- Dio esiste o è un bisogno dell’uomo? Non è l’uomo che ha inventato Dio, ma è Dio che ha bisogno dell’uomo per avere qualcuno che testimoni della Sua esistenza
10 - Siamo liberi, condotti dal caso o dal destino? Il “caso è il nome laico di Dio”. Abbiamo scritto un destino, prima di nascere insieme a Dio. Quando siamo sulla terra ce ne dimentichiamo, per poter ritrovarlo e ricordarlo. Lo “sforzo” per ricordarsi di questo crea nuove facoltà, capacità che non avremmo se conoscessimo il nostro destino.
11 - Cosa è la verità? La verità è un essere vivente che cambia, e non è possibile conoscerlo completamente, perché cresce e si evolve
12 - Cosa è il peccato? Ci sono cose che è un "peccato" non fare. Il peccato non è fare uno sbaglio, ma ripetere lo stesso sbaglio sapendo di stare ricadendo nello stesso errore.
13 - Quale è il senso della vita? E’ dare un senso alla vita
Tiziano Bellucci
COME E' LO STATO DI COSCIENZA DEL NOSTRO ANGELO CUSTODE?
Secondo la scienza spirituale l'angelo non è libero di poter godere di "suoi momenti", in cui può sperimentare esperienze personali intime.
Egli vive sempre in attività, senza poter dedicarsi a sperimentare se stesso. "Egli dice "Io" al mondo".
Quando l'angelo dirige lo sguardo verso l'esterno, sente oggettivata la sua interiorità: entro questa vi si trova anche l'essere umano.
Tale "contenuto animico" dell'angelo viene contemporaneamente utilizzato e vissuto anche dall'uomo come suo proprio pensare, sentire e volere.
L'angelo
percepisce la propria interiorità come mondo esteriore.
Tramite un emanazione a "sfera" esterna della propria anima, egli assiste alla visione del contenuto pensante senziente e volente che vive entro di sé.
Quando invece l'angelo si rivolge dentro di sè, per "cercarsi", non trova il suo io, ma DIO: sprofonda nella beatitudine.
Tiziano Bellucci
L’Angelo dice all’uomo:
“Oh, se tu sapessi quando il tuo volto
si muta quando, nel mezzo di un tuo sguardo
che puro e silenzioso si unisce a me,
ti perdi interiormente e ti allontani!
Come un paesaggio, che era luminoso,
si annuvola e da te mi allontana.
Allora attendo: attendo in silenzio,
spesso a lungo.
E, se fossi un uomo come te,
mi ucciderebbero le pene d’amore disprezzate.
Ma il Padre mi donò un infinita pazienza
ed impassibile ti attendo, quando vorrai tornare.
Prendi questo dolce rimprovero
non come rimprovero, ma come un puro messaggio”.
Chistian Morgenstern
QUANDO ESISTERA' UNA GERUSALEMME CELESTE, UNA FUTURA CITTA DELLA FRATELLANZA?
Può accadere di sentirsi sempre più estranei al mondo, di osservare come se la società umana andasse sempre più in degrado, come se “gli altri” uomini si allontanino sempre più da un ideale di fraternità.
La “Gerusalemme” celeste, o la “città del sole” ove gli uomini vivono in pace e amore, sembra essere un utopia.
Invece no. Tutto questo avverrà. E’ solo presto.
Ci troviamo paradossalmente come nei panni di un navigatore, di un pioniere, che appena sbarcato su un isola deserta si ponesse la domanda: “ma dove sono i miei concittadini, gli abitati, i fratelli della mia città su questa isola deserta?”
Sarebbe davvero un affermazione assurda. Essi devono ancora arrivare: non ci sono né case, né piazze da abitare.
A Cristoforo Colombo non sarebbe mai venuto in mente di dire sbarcato sulle nuove terre: "ma dove sono gli americani, accidenti!"
Quel pioniere non potrebbe porsi questa domanda, saprebbe bene che prima, dovrebbe arare il terreno, scavare le fondamenta e cominciare ad erigere muri, pavimenti per poter “costruire il luogo in cui creerà la sua nuova città ideale, in cui abiteranno i suoi compaesani”.
Coloro che vorrebbero già vedere oggi i “frutti”, gli effetti di una civiltà in cui gli umani si amano, devono rassegnarsi a pensare che non vedranno questa “fratellanza” realizzata già in questa vita corrente.
La fratellanza verrà, ma non ora. Fra molto tempo.
Ed essa potrà esservi solo in funzione di pochi “pionieri” che da ora si rimbocchino le maniche e comincino a costruire la città del futuro.
Coloro che costruirono le nostre città non sono più viventi: ciononostante a loro dobbiamo il fatto che abbiamo una città in cui vivere. Lo stesso faremo noi: siamo i costruttori della città dell'amore futura.
Possiamo dire che non “vedremo” i frutti del nostro lavoro in questa vita, non vedremo i “volti” dei fratelli che vorremmo incontrare. Ma possiamo però preparare la “dimora” del luogo dove tutto questo accadrà in futuro.
Smettiamo quindi di essere intolleranti e ansiosi. Verrà la pace, ma non ora.
Che vi possa essere una fraternità futura dipende dall’intensità e dalal fiducia con cui la prepariamo oggi.
Si badi soltanto che "i muri, i pavimenti di quella città futura non saranno di pietra: saranno la sostanza dei nostri pensieri e sentimenti attuali, metamorfosati in amore. La nostra speranza diverrà amore". Amore su cui "poggeranno i piedi quei futuri abitanti.
E noi saremo fra loro, quando ci reincarneremo in una prossima vita, godendo così di quei frutti.
Saremo noi stessi gli abitanti del futuro!".
Non stiamo lavorando solo per altri. ma anche per noi.
Tiziano Bellucci
LO SPIRITO DELLA NATURA E LO SPIRITO UMANO
"Scorre la vita, scorre il desiderio:
come fiori intrecciati i pensieri
come frutti proibiti i sentimenti
l’albero della conoscenza
domanda all’uomo il suo nome.
Specchiandosi nel sangue
la sensazione dell’esistere
si fa brama inestinguibile
dividendosi in bisogno e necessità.
La fonte virginale del vero
attende di scaturire dal petto umano
come acqua viva:
aspetta di essere mangiata.
Solo chi si accorge di se stesso
nel veloce procedere verso la Morte
è vivo.
La natura La inventò
proprio per farci intuire
che siamo immortali:
se solo lo vogliamo."
"Dietro al sapore, all'odore, alla vista scopro "qualcosa" che mi è affine, che mi assomiglia. Che è della mia stessa essenza.
Sembra me. Pur essendo di qualcosa fuori di me.
Sento un elemento di "familiarità" con l essenza delle cose. Come una sorta di identità e unità con le cose stesse.
Entro e dietro le impressioni sensorie vengo ricondotto non a me, ma a qualcosa di me. Che opera attraverso di me e "sente" per mio tramite. Il mio io.
È come "sorprendere" l'agire dello spirito che vive nella natura, che risorge in me, nel mio spirito.
Sembra quasi che il mio spirito "tasti ed entri" dentro le cose, e poi si "giri" a guardare verso me, consegnandomi nel a coscienza, il frutto del suo " tastare".
Quando nella Natura osservo, tocco, annuso, gusto, ascolto, avverto dentro le cose, la presenza del "mio io".
Lo spirito del mondo si "afferra in me" tramite la mia presenza?"
Tiziano Bellucci
E SCOPRII DI ESSERE ABITATO DA MOSTRI
Vanità, gelosia, perfidia, insicurezza, paura, dubbio, odio, egoismo, narcisismo, edonismo, non sono solo "difetti": sono Esseri viventi mostruosi che vivono in noi.
Essi un tempo fecero parte del "bene", ma per motivi evolutivi ne vennero separati.
Questa separazione dall'UNO generò due possibilità:
la morte (come è avvenuto al genere umano)
la sofferenza (come è accaduto a questi esseri
Essi vivono in uno stato di continua terribile e lancinante sofferenza. Dolore atroce.
Hanno una sola alternativa per limitare, alleviare il loro dolore: "scaricarlo" sull'essere umano.
Esse agiscono dall'interno e si "nutrono" degli effetti delle loro azioni dentro all'anima umana.
Ogni volta che tu odi, che sei geloso, che hai paura, che nutri invidia e ti avvampi di brama, essi "stanno meglio", cessano di soffrire.
Smettere di nutrirle significa smettere di sviluppare brame
Ogni volta che ti arrabbi, che urli, sappi che stai servendo un demone, il quale grazie a te, si fortifica e si nutre di te.
Tiziano Bellucci
Sulla contemplazione o percepire puro
Innanzi all’oggetto, occorre portare l’attenzione verso la sensazione che esso suscita nella nostra anima.
Codesta sensazione è sempre fuggevole, non perdura mai a lungo: si consuma subito.
Si tratta di inseguirla, di rintracciarla, sforzandosi di suscitarla continuamente, onde farla permanere nella coscienza il più a lungo possibile. Il difficile è individuarla, entro la tenue marea dell’interiorità.
Si può anche dire che occorre “separarla” dall’insieme delle sensazioni o emozioni che vivono nella nostra anima, per porla poi, una volta identificata, univocamente di fronte alla propria presenza. Sottoporre ad un analisi qualitativa ciò che essa suscita in noi.
Tiziano Bellucci
"Più di ogni altra cosa mi procura gioia in questo periodo il mondo vegetale... Esso tutto mi si impone, non medito più su di esso, esso mi sa fa tutto incontro e l'immenso regno si semplifica nel mio spirito, così che mi è possibile risolvere anche il problema più arduo. E non è sogno, non è fantasia, bensì una scoperta della forma essenziale..."
J. Wolfgang von Goethe
(estratto di una lettera a Charlotte von Stein, scritta poche settimane prima della partenza per l'Italia)
Immagine: Michel Cheval
Esercizio su oggetti creati dall'uomo: controllo e osservazione del pensiero
PRATICA
Si consiglia di scegliere un pensiero il meno significativo possibile, anzi si potrebbe dire proprio "insignificante".
Più ci si sforza a dirigere l'attenzione verso un qualcosa che che non ci interessa,o che non ci affascina o non ci stimola per nulla,si ottiene l'effetto migliore riguardo l'attivazione della propria forza di volontà; un pensiero interessante sarebbe esso stesso con la sua forza, a trascinarci, e non noi a farlo con lui.
E' meglio pensare ad una matita, che non ad un icona sacra. Tale esercizio, della durata di 5 minuti giornalieri, si potrà chiamare: "esercizio di controllo del pensiero".
Il discepolo deve dirsi: "ORA IO PARTO DA QUESTO PENSIERO E PENSANDOLO DENTRO A ME'STESSO,DI MIA INIZIATIVA,LO ASSOCCIO CON OGNI COSA CHE E' PERTINENTE AD ESSO."
Occorre fare in modo che ogni pensiero provenga da un'altro in concatenazione e successione logica: i pensieri non devono assolutamente susseguirsi,come avviene usualmente,in modo insensato e a mezzo di associazioni casuali.
Per es. : pensiero "cucchiaio".
Si può iniziare dal bosco in cui era piantato un'albero dal quale è stata tratto il cucchiaio: si immagina il boscaiolo che lo abbatte,il tronco che gettato nel fiume percorre le rapide per poi giungere alla segheria che lo seziona,sino a giungere al negozio ove noi stessi abbiamo acquistato il cucchiaio.
L'esercizio si attua in tre fasi:
1-"concentrazione del pensare",obbligandosi a rifiutare i pensieri estranei;
2-"sottile attenzione del sentimento",ascoltando la propria percezione interiore
3-irraggiamento della forza sul piano della volontà",con attivazione volitiva.
1- Alla fine dei 5 minuti,il pensiero deve apparire chiaro,colorito e vivente nella propria interiorità, permanervi, come fissato; non deve sfuggire o perdersi,ma restare in noi spontaneamente: il pensare sarà diretto solo quello prescelto.
Ciò è una cosa che può apparire molto semplice,ma in realtà è molto difficile; difatti, nell'attività ordinaria di pensiero si è visto che solitamente nell'uomo medio l'attenzione verso un pensiero singolo non può permanere per più di dodici secondi: dopo tale periodo,automaticamente s'insinua un nuovo pensiero, quale processo autonomo e spontaneamente cerebrale.
Tiziano Bellucci
NE' SUI MONTI, NE' IN TEMPLI ABITA DIO
La Forza universale che ha creato L'UNIVERSO e che da milioni di anni opera nel mondo, si trova nel cuore umano.
Essa abita in noi in un immagine speculare, riflessa.
Non la si deve cercare fuori, ma dentro l’uomo.
Autostimolarla, suscitarla.
Nello spirito umano vi si trovano forze, avvenimenti, ricordi cosmici presenti prima ancora che occhi vedessero orecchie potessero udirli.
Scendendo negli abissi dell’anima, del cuore, troviamo un elemento eterno che è della stessa sostanza e natura
del divino Creatore del mondo.
“Conosci te stesso e conoscerai gli Dèi” significa: penetrando nei misteri del tuo spirito umano, arriverai a
penetrare i misteri dei tuoi Creatori.
Da "L'arte della libertà" Tiziano Bellucci
Le LETTERE di S. Paolo: "le regole" fra i mariti e le mogli.
Maschilismo equivocato?
«22 Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; 23 il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. 24 E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. 25E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei. …» Lettera agli Efesini, 5:22-24
S. Paolo usa una metafora. Paragona Cristo all’uomo e la Chiesa alla donna: il capo (la testa) con il maschile e il corpo (donna) con il femminile.
Vorrei tanto che la profondità delle parole di San Paolo non "scadano" in opinioni sessiste, ma che spingano a "meditare" oltre, a non fermarsi ad un "maschilismo" equivocato.
Non fermiamoci all'apparenza della parola "capo": perchè ha due significati. "Capo" significa anche: testa. Capacità pensante, organizzativa.
Diventare una carne sola, significa sentirsi parte di un unico elemento: il matrimonio diviene un rito che “fonde” insieme il maschile con il femminile, creando un “nuovo organismo”, separato agli occhi fisici, ma di fatto unificato alla percezione chiaroveggente.
"29Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30poiché siamo membra del suo corpo. 31Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! » Lettera agli Efesini, 5:22-24"
Gli “sposi” si fanno uno, un entità sola.
Entrambi smettono di appartenere al proprio “genere”: viene ad esistere un “”nuovo individuo”, costituito di “testa/uomo” e di “corpo/donna”.
Facendo questo si rende l’uomo responsabile di essere “la mente” e la donna essere “il cuore e il corpo”.
Inoltre ci viene detto che esiste un organismo cosmico: il pianeta Terra. Essa è composta di testa e corpo. Cristo è il "capo", la testa del pianeta Terra: le leggi di natura della terra. L'umanità è il corpo, ciò che è soggetto e diretto dalle leggi.
All’uomo è affidata la funzione di “dare forma” alla vita con i pensieri, alla donna il ruolo di essere la “forza, il potere” della vita. del sentimento e del corpo.
L’uomo diviene la forma, il pensiero della Terra; la donna diviene la forza e la vita della Terra.
Non vi è un "comandante" e un obbediente".
Vi è un organismo vivente in cui due cuori diventano uno.
Tiziano Bellucci
L’ORIGINE E LA FINE DEL MONDO MINERALE
Le formazioni rocciose si sono sviluppate gradualmente, sia dal regno vegetale e dal regno animale.
In passato l'aspetto della Terra era molto diverso da quello che è ora. Ovunque crescevano foreste di gigantesche felci e equiseti, Queste sono scomparse. In un primo momento la Terra divenne coperta con uno strato di torba, i resti delle piante morte, poi gli ex boschi di felci e equiseto si trasformarono in campi di carbone sotterranei, sovrastati dall’accumulo di materiale di residuo sovrastante.
Quando si guarda un pezzo di carbone si può dire a se stessi: questo una volta era una pianta. Se si potesse andare ancora più indietro, si potrebbe anche essere in grado di ricondursi alle piante da cui i cristalli, l’ametista, la malachite e così via si sono sviluppati.
La zona centrale delle Alpi si son originate da piante primordiali prima del carbone. Un diamante è esattamente lo stesso come un pezzo di carbone. La natura ha creato il diamante da un carbone ancora più vecchio di quello che abbiamo oggi. Anche il cristallo di rocca è sorto dalle piante.
Il calcare è invece derivato da animali. Le Juras, per esempio, sono costituiti da un tale accumulo di calcio. Esse sono state precedentemente coperte dal mare e si sono formate da gusci di creature marine. Si può dire che le montagne calcaree più giovani sono nate da animali e le rocce primordiali da piante. Il regno vegetale passa gradualmente nel regno minerale. Tutto ciò che è solido sulla terra è nato da una "pianta-terra". Questo processo mineralizzante può essere studiato attraverso lo sviluppo del carbone sulle piante.
Il regno minerale nel suo stato attuale di separazione è entrato in esistenza solo durante la fase terrestre. Dopo questa, l'intero regno minerale sarà spiritualizzato, trasformato dall'uomo. Verrà trasformerà tramite l 'aratro del suo spirito'.
Lecture in Berlin, 29th September 1905, R.Steiner. GA93a - Tradotto da T. Bellucci
LA MUSICA : Platone
La musica comprende l’insieme delle arti alle quali presiedono le Muse.
Essa racchiude tutto quello che è necessario all’educazione dello spirito
La musica è la miglior medicina dell’anima
La musica è un luce morale.
Essa dona un’anima ai nostri cuori,
delle ali ai pensieri,
Essa è un’essenza del tempo e si eleva a tutte quelle forme invisibili, abbagliante e appassionatamente eterna.
La musica è una legge morale,
essa da un'anima all'universo,
le ali al pensiero,
uno slancio all'immaginazione,
un fascino alla tristezza,
un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose.
La musica può donare delle ali ai vostri pensieri e illuminare la vostra anima di una luce eterna
Se cambia la musica, cambieranno anche le istituzioni più importanti.
A cura di Tiziano Bellucci
Avere un intuizione è “diventare” ciò che osserviamo
Mentre compiamo un osservazione, le cose del mondo vorrebbero penetrare in noi: vorrebbero farci diventare loro.
Di fatto, ogni atto percettivo è un intuizione inconsapevole. Se non agisse qualcosa nell’uomo, durante ogni osservazione si assorbirebbe l’altro, ci si fonderebbe con l’oggetto osservato. La nostra organizzazione è però costituita in modo da preservarci dalla “fusione” con gli oggetti osservati. Non rende possibile “l’intuizione”.
Di fatto la “fusione” fra noi e l’oggetto accade comunque, restando però inconsapevolmente non registrata dalla coscienza. Infatti si attua una “riflessione” della forma osservata e non una “penetrazione”. Di fatto le cose esterne tenderebbe sempre a far si che ci trasformiamo in loro, che diventiamo loro.
Osservando una cosa, essa vorrebbe nascere in noi, farci prendere la sua forma, la sua essenza. Il nostro cervello si oppone però a questo, creando l’effetto “specchiante”. La cosa osservata di proietta nel cervello solo come riflesso, senza possibilità di “trasformare” il cervello. In realtà lo spirito che pervade ogni cosa, tenderebbe a rendere simile a lui ogni osservatore; lo “ingloberebbe” facendolo parte di sé.
Quando siamo sulla terra, la natura non ci richiede di “diventare” parte di lei. Quando osserviamo un albero, esso non ci chiede di penetrare o trasformarsi in lui, di diventare parte della sua linfa, del suo legno. Invece nel mondo spirituale, la condizione naturale della vita è di immergersi in tutto, di diventare partecipi con la propria essenza, dell’essenza degli altri.
Il cervello “rigetta” sempre indietro l’attività di trasformazione dello spirito nei nostri confronti: il cervello rifiuta l’intuizione. Crea il riflettere. Perdendo la possibilità di diventare l’oggetto, quindi di incontrarlo come essere vivente, il pensare cosmico dell’oggetto scade in pensare astratto: appare in una forma fisica. Una caricatura della sua vera essenza.
Ma questo suscita anche il miracolo dell’autocoscienza. Impossibile senza un cervello. Avvenimento da superare, ma che deve venire attraversato e venerato, dall’uomo che diventa iniziato.
Tiziano Bellucci
IL "PECCATO" RIGUARDA L'UOMO, NON L'ANIMALE
In un ciclo per teologi del 15 giugno 1921 Steiner disse:
“Deve essere sopportata la tragicità connessa col pensiero che il regno animale deve condivide le sofferenze di questa Terra con gli uomini senza aver peccato, senza essersi macchiato d’ alcuna colpa e senza poter diventare colpevole!
Ciononostante essi subiscono i dolori terreni dovuti all’evoluzione, perché, quando l’uomo peccò, si trovarono in uno stato che travolse nella caduta nel peccato; per l’uomo fu una conseguenza inevitabile, ma non era necessaria per l’animale.
Essi vennero quindi coinvolti nella sofferenza, che in verità avrebbe dovuto essere solo dell’uomo e non degli animali.
L’uomo ha quindi il dovere( che lo impegna molto di più di quanto finora ci si immagini, parlando di obblighi e leggi terrene), di liberare gli animali dal loro attuale destino.
Noi nello stato attuale, non saremmo in grado di giungere a ciò: lo potremo fare solo quando la Terra avrà raggiunto quello stato dove le leggi della natura non ci impediranno più di intervenire per liberare gli animali e per togliere la sofferenza nel loro mondo.
Le leggi della natura non sono eterne; eterno è solo quello che saremo riusciti a elaborare in noi con l’aiuto di Cristo e che porteremo nel cosmo. Ci accompagneranno solo gli animali che in questo modo avremo potuto redimere”.
Rielaborazione a cura di Tiziano Bellucci
LA CONQUISTA DELL’IO ATTRAVERSO IL MALE. Il Cristo in me.
Lo spirito dell’umanità è uno. E ogni uomo vi partecipa, ne fa parte. L’umano è riuscito ciononostante ad individualizzarne una parte, legandola a sé. In che modo?
Attraverso l’esercizio del male, praticando il male: realizzando cattive azioni, errori.
Si deve sapere che non è stato mai donato uno spirito individuale: la divinità ha emesso uno Spirito unitario e con esso ha compenetrato l’umanità primordiale. Un io Terreste.
Vi era un tempo in cui questo “io” soggiornava al di fuori dell’uomo; era un elemento unitario che si trovava nel grembo della divinità: era un arto costitutivo parte di entità che chiamiamo “Elohim”. In quello stadio quindi non si poteva ancora parlare di una suddivisione, di una pluralità di miliardi di “io” come ora, ma vi era un solo “io” che era parte delle entità solari denominate anche Spiriti della forma. Esisteva quindi “uno spirito globale” da cui ogni umano nel corso del tempo, ha tratto da sé e per se una scintilla individuale.
Questa “individualizzazione” è un processo che non è avvenuto all’improvviso, ma durante lo scorrere dei secoli, tramite il calarsi dell’uomo di vita in vita. Dio non ha dato la singola scintilla divina al singolo l’uomo; è l’uomo che ne ha “strappato” per sé un singolo frammento.
Si può dire che nell’era lemurica (Giardino dell’Eden), vi era da un lato dall’alto, un “mare” di essenzialità spirituale dagli Elohim: verso il basso vi erano tanti esseri costituiti ognuno da tre veicoli sviluppati dalle Gerarchie durante le ere di Saturno, Sole e Luna: un involucro fisico, uno eterico uno astrale. Erano i “corpi” del futuro uomo.
Gli involucri non erano in grado di accogliere subito l’io, ma potevano solo trattenerne una piccolissima parte: molta spiritualità rimase fuori dal’uomo. Lo spirito penetrò man mano, con il procedere del divenire terrestre: venne assimilato gradatamente. Quell’elemento spirituale penetrò sempre più nei corpi incarnandosi sempre più, divenendo sempre più presente. Nell’era lemurica il legame, la quantità di “io” era infinitesima: e infinitesima era la percezione che l’uomo aveva di sé, del suo io. L’autocoscienza nacque lungo i secoli.
In quella prima fase gli esseri umani, erano come una sorta di “automi”, intessuti e mossi dalla volontà dei loro spiriti superiori. Sono parte di una sostanzialità di gruppo.
Si può dire che questo processo non è un fatto esclusivo. Un evento simile è avvenuto durante ogni era planetaria: su Saturno i Troni erano lo spirito di gruppo dell’umanità primordiale, sul Sole i Kyriotetes, sulla Luna le Dynamis, sulla Terra gli Elohim.
Se fosse stato per gli Elohim, essi avrebbero guidato l’umanità come una schiera angelica, ma in modo automatico, senza lasciare all’uomo la libertà di collaborare o scegliere liberamente. Cosi come i gatti, le tigri, i cani, le piante sono guidate da un unico spirito di gruppo.
L’umanità poteva avere un solo nome: Adamo.
Quando si sarebbe morti, si sarebbe ritornati tutti in Adamo.
Si tenga presente che prima della caduta dell’Eden, l’essere umano non moriva mai. Non era soggetto all’esperienza del morire. Essa è data dal vivere dentro un corpo fisico. Allora l’uomo non aveva ancora un corpo fisico.
Egli diceva “io “ ad Adamo, il quale era il suo io. Viveva immerso nella coscienza di appartenere ad un essere unico: lo spirito Adamo dell’umanità.
Tutto cambia con l’intervento di Lucifero. Egli immette nell’uomo la capacità dell’autodeterminazione, del pensare in proprio, quindi del libero arbitrio. Questo crea nell’uomo anche un cambio di coscienza e una condensazione della sua corporeità: egli diviene consapevole, e comincia a usufruire per sé del mondo, cominciando a riservarsi delle occasioni per godere in proprio della propria vita, distaccandosi così dal “sistema” di dipendenza della saggia organizzazione cosmica, la quale provvedeva sì a tutto in lui, non permettendogli però un’autonomia.
Diventando indipendente, l’uomo comincia ad agire, a pensare e quindi a compiere sbagli, errori. Egli comincia a danneggiare il prossimo, la natura, per trarne propri vantaggi, per appunto goderne.
Quando comincia ad esistere e ad avvenire la “reincarnazione”? proprio quando l’uomo comincia ad avere un corpo materiale e a commettere dei peccati, quando crea della disarmonia nel mondo, innescando degli effetti.
L’animale non può mai commettere del male, o compiere errori, perché non vi è in lui un elemento di arbitrio libero o di pensiero cosciente, responsabile (dato dall’influsso luciferico). Alla sua morte, l’animale “libera” il suo spirito e lo riconsegna alla sua anima di gruppo. L’animale non si reincarna, perché non può produrre il male. Se vi fosse un animale che produce il male, non potrebbe “rilasciare” il suo spirito, ma sarebbe “obbligato” a ritornare sulla terra, insieme al suo spirito, per “rimediare” e compensare i danni arrecati. Ma ciò non può avvenire.
“Cambiando” o agendo contro gli altri, l’uomo produce “destino” ossia si mette in moto la macchina della giustizia universale, che pretende ed esige un pareggio, una riparazione.
Ogni volta che si compie un atto contro l’armonia e la logica universale, si è obbligati a rimediare, a rimettere ordine là dove si è creato caos. E’ una legge cosmica.
Ecco da dove si è originata la reincarnazione.
Dal “dovere” che l’uomo si è “caricato su di sé che ha prodotto la richiesta di “compensazione” per il male da lui prodotto.
Si può dire che con le azioni compiute dalla sua anima sulla terra, l’uomo “degrada” il suo spirito, imprimendogli un carattere di impurità: pur avendo in sé uno spirito puro lo investe con la sua impurità animica, creando cosi un legame fra la sua anima e il suo spirito. Avviene come se l’uomo “contaminasse” il suo spirito, a causa del basso livello delle azioni, di sentimenti e pensieri compiuti.
L’io spirituale umano è stato “intaccato”, immedesimato e coinvolto nelle vicende umane, come “condannato” a ritornare in nuove esistenze, sulla terra, insieme all’anima umana.
Può sembrare inaudito, ma la possibilità di crearsi uno spirito indipendente, proviene dalla possibilità di potere “fare il male”. Proprio perché si è prodotto di vita in vita del “male, dell’errore”, si è reso individuale il proprio spirito.
Abbiamo quindi potuto conseguire l’individualità, abbiamo potuto “trattenere” per noi un po’ di spirito, in modo tale da farlo diventare nostro, è dovuto a Lucifero, che ha creato le condizioni per poter “strappare” lo spirito generale agli Elohim, tramite l’esercizio del male e dell’errore.
Se non avessimo potuto sbagliare, e diventare impuri, non avremmo potuto durante la vita terrena, coinvolgere e trattenere per noi uno spirito individuale. Con il succedersi delle reincarnazioni e del karma l’uomo doveva tornare sulla terra per compensare e per far questo non poteva “riconsegnare” il suo spirito dopo la morte, ma doveva conservarlo, per poterlo poi ricondurre in una nuova vita terrena.
Questo “andirivieni” dello spirito degli Elohim dentro le correnti di incarnazione umane, ha connotato l’io umano con una caratteristica individuale e non più generale.
Una volta che l’uomo esaurirà il suo destino, non dovrà più tornare sulla terra per “compensare”. E neppure egli dovrà “riconsegnare” il suo spirito alla spiritualità generale. Infatti durante il lavoro di tantissime reincarnazioni il suo io non è più uguale a ciò che era quando era parte degli Elohim: ora ha preso una “connotazione” umana, è diventato diverso, si è umanizzato, è di proprietà dell’uomo: è diventato un’appropriazione dell’uomo. E’ nostro. Il nostro io individuale è una conquista avvenuta tramite l’egoismo, tramite l’attaccamento, la coesione luciferica.
Al momento l’io può diventare due cose: un io rivolto all’egoismo, oppure rivolto all’altruismo. Ma del suo utilizzo, proprio o improprio solo noi ne abbiamo l’esclusiva libertà.
Stiamo “imparando” a gestire questo io, in modo più o meno divino, in modo più o meno bestiale.
L’andare contro natura significa creare un alterazione della realtà. Che occorre rimediare: questo significa tornare sulla terra, con il proprio io unito alla nostra anima.
Lucifero ha creato in noi la “contraddizione della vita”, ossia il poter usufruire della vita in modo egoistico: questo crea dei problemi alla spiritualità. E’ ovvio che non è lo spirito degli Elohim che compie il male. E’ l’anima.
Ci siamo conquistati un io singolo, venendo e ritornando di vita in vita, per compensare le nostre colpe, i nostri errori. Questo lavoro ha “legato” a noi a data parte di essenzialità spirituale. Che è diventata nostra. Quella che ora è il nostro io.
Il male, l’egoismo ha quindi avuto ruolo sulla terra: ha contribuito a creare l’individualità umana.
Ora il tempo sta cambiando: dopo aver “fondato” l’io dell’uomo, deve l’uomo stesso fondare una umanità, in cui l’umano che non dica più né io ad Adamo, né a se stesso, ma dica “io, il Cristo in me”.
L’essere eterico e la facoltà immaginativa: l’uomo temporale
Attraverso la concentrazione e la meditazione si crea un modo di pensare nuovo rafforzato, energico. Si eleva il pensare ad una sfera in cui esso diviene vivo quanto lo è la vita percettiva, data dalle impressioni dei sensi.
La vita del pensare viene ricca di immagini, intesa e satura, come quando si annusa, si odora, di vede e si ascolta il mondo fisico per tramite dei sensi. Si è progrediti al pensare immaginativo o eterico. E’ il primo gradino del mondo soprasensibile.
Si sperimenta un secondo uomo, l’uomo eterico, un essere che non vive nello spazio, ma nel tempo. E questo uomo si presenta all’anima come un poderoso quadro, una grande immagine contenente tante immagini viventi.
Compare tutta la nostra vita come squadernata in un grande panorama, dal momento attuale sino all’infanzia. I ricordi non sono isolati, ma vengono afferrati come parte di un grande insieme.
Vediamo tutta la nostra biografia in un singolo quadro mobile, vivente. Immagini e ricordi distanti nel tempo si presentano tutte contemporaneamente,una affianco all’altra.
Tramite la coscienza immaginativa veniamo anche a a conoscere perché abbiamo un determinato carattere o temperamento.
E questo si presenta nelle varie immagini biografiche, come “qualità innate” predisposte in noi: tramite queste qualità è stato possibile disegnare l’intero quadro della nostra biografia. Le forze del corpo eterico solo i talenti, le capacità che portiamo da una vita precedente.
Rielaborazione a cura di T. Bellucci da O.O. 211 di R. Steiner
I calendari, le clessidre, gli orologi: quando si è iniziato a misurare il tempo?
Nel mondo non esiste un unico calendario, un medesimo modo di calcolare il tempo che trascorre. In passato infatti ogni popolo aveva un proprio calendario. Iniziava a contare gli anni da un evento importante, generalmente legato alla religione, e anche la durata dell’anno variava, a seconda che il calendario facesse riferimento al moto del Sole, a quello della Luna o a entrambi.
Ad. es. in Europa, prima di cominciare a denominare il “tempo” dalla nascita di Cristo, esso si misurava secondo il calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C., che contava gli anni partendo dal 753 a.C., epoca della fondazione di Roma (Ab Urbe Condita). Il nuovo sistema di numerazione degli anni si diffuse poco alla volta, prima in Italia e in seguito in tutta Europa, dove divenne comune a partire dal IX secolo.
Quindi secondo il vecchio calendario oggi saremmo nel 2024 + 753 = 2777 anni dalla fondazione di Roma
Un altro esempio di come sia diverso il “conteggio del tempo, lo prendiamo dal mondo arabo:
Secondo il calendario islamico siamo nel 1445. Per la precisione il 1° gennaio gregoriano 2024 corrisponde alla data islamica del giorno 19 del mese Jumâda Ath-Thânî (Jumada II) dell’anno 1445.
I musulmani iniziano a contare dal 622 (Egira, quando Maometto lasciò la Mecca per recarsi a Medina). Quello islamico è un calendario lunare, in cui l’anno dura 354 o 355 giorni (11 in meno dell’anno solare) e non è sincronizzato con l’alternarsi delle stagioni. Per questo motivo per il calendario islamico sono passati 1445 anni dall’Egira, mentre per noi soltanto 1402.
Il calendario ebraico inizia dalla presunta data della creazione del mondo, che in base alle indicazioni contenute nella Bibbia è stata individuata nel 3760 a.C. Il primo giorno del primo anno del calendario ebraico corrisponde al 6 ottobre del 3761 a.C. e quindi il 2024 corrisponde all’anno 5784-5785. Più precisamente, l’anno ebraico 5784 in corso corrisponde al periodo che va dal 15 settembre 2023 al 2 ottobre 2024 del calendario gregoriano. Il 2 ottobre 2024 inizierà l’anno ebraico 5785.
Quello ebraico è un calendario lunisolare, con anni composti da 12 mesi che sono più brevi dell’anno solare di 10 giorni e 21 ore, e anni di 13 mesi che compensano la differenza in un ciclo che si ripete ogni 19 anni.
Il calendario cinese parte dall’invenzione del calendario, un evento che è stato convenzionalmente fissato nell’anno 2637 a.C. Si tratta di un calendario lunisolare simile a quello ebraico, con un ciclo che si ripete ogni 60 anni: per i cinesi questo è quindi l’anno 4721.
Ogni 12 anni cambia l’animale cui l’anno viene associato. L’alternanza dei 12 animali è: il topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallina, cane, maiale. L’ultimo ciclo di animali è iniziato nel 2020, quindi l’anno 4720 è associato al drago, che è l’unico animale immaginario del calendario cinese e che incarna la potenza, la forza, l’ambizione.
L’anno del drago durerà dal 10 febbraio 2024, giorno in cui cade quest’anno il capodanno cinese, fino al 28 gennaio 2025.
Altri calendari
Oltre ai calendari che abbiamo presentato prima, ne esistono altri che dimostrano la ricchezza e le varietà delle culture e delle tradizioni che popolano il nostro Pianeta.
Per fare qualche esempio, possiamo citare questi calendari:
• armeno, che inizia nell’anno 552 del calendario gregoriano e che quindi nel 2024 è nel 1472-1473, con capodanno a marzo/aprile;
• buddista, che inizia a contare gli anni dal 543 a.C., anno della morte del Buddha storico, e quindi nel 2024 è nel 2568 (mancando in questo calendario l’anno zero, bisogna aggiungere 1 anno al computo);
• etiopico, che festeggia il capodanno l’11 settembre ed essendo di 7 anni e 113 giorni in ritardo sul calendario gregoriano, nel 2024 è nel 2016-2017;
• berbero, che parte convenzionalmente dal 950 a.C., l’anno in cui si fissa l’ascesa al potere in Egitto del primo faraone e libico, e che quindi nel 2024 è nel 2974.
I multipli di 333 666 1332 1998 e le 4 azioni di Sorat, il demone solare
Ogni pianeta ha un Genio planetario e un demone planetario. Sorat è il demone del sole
Il 333 D. C. rappresenta il punto CENTRALE in cui l’Io si introdusse nell’anima razionale ed affettiva dell’uomo
In questo periodo avviene La lotta fra Ario e Atanasio. Lotta sull’essere del Dio Padre e del Figlio nel quarto secolo
Si cominciò ad voler estromettere, separare il Principio Padre dal Figlio, ossia l’uomo dovette cominciare a percepire il Dio del cosmo e il Dio entro l’umano
Lo scrittore dell’Apocalisse sente:
Il Cristianesimo decadrà in un Cristianesimo fittizio; e ciò che lo minaccia sovrastandolo, si caratterizza attraverso l’anno 666 tempo in cui, nel mondo spirituale, entrò tutto ciò che vive nell’arabismo e nel musulmanesimo.
Lo scrittore dell’Apocalisse previde come avrebbe agito ciò che qui irrompe, caratterizzando in parole potenti il numero 666 come il numero della bestia.
All’umanità venne tolto l’insegnamento sulla reincarnanzione e la legge del karma
L’agire della «bestia» si è ripresentato una seconda volta dopo ancora 666 anni: nel 1332, nel quattordicesimo secolo.
l’ordine dei templari in Europa, voleva fondare una visione solare del Cristianesimo, una visione del Cristianesimo cosmico.
quest’ordine nel 1312 andò in rovina, finché Jacques da Molay non trovò la morte tramite la volontà di Sorat.
Il numero 666 è stato raggiunto due volte.
La terza volta è avvenuto nel 1998.
Anno di nascita della società Google
Questa è la terza azione di Sorat
Rielaborazione di idee antroposofiche a cura di Tiziano Bellucci
L' EVOLUZIONE COSMICA
Si può concepire l'evoluzione cosmica in 7 ere, corrispondenti a 7 stati germinali simbolizzati da 7 alberi che generano 7 semi, quale frutto del lavoro di elaborazione.
"albero" saturno: creazione del calore (con simbolo dello Zolfo infuocato)
"albero"sole: luce e aria
"albero" luna: suono ed acqua (con simbolo dell'argento vivo)
"albero"terra: mineralità (con simbolo del Sale)
"albero"giove: acqua, aria e fuoco
"albero"venere: aria e fuoco
"albero" vulcano: fuoco
Sviluppo degli stati coscienza:
- saturno: Il primo stato di coscienza fu miliardi di anni fa: uno stato di trance: minerale: medianico: Coscienza saturnia=onniscienza: percezione telepatica, partecipazione inconscia ai fatti che accadono dalla terra sino alla zona zodiacale.
- sole: il secondo stato fu lo stato di sonno senza sogni o vegetale: coscienza solare o percezione telepatica e partecipazione inconscia a qualsiasi cosa accade nel sistema solare.
- luna: il terzo stato fu lo stato di sogno o animale: coscienza lunare o percezione telepatica e partecipazione inconscia ai fatti accaduti nell'orbita della luna
- terra: il quarto stato: attuale o percezione di ciò che avviene solo tramite i propri sensi
- giove: il quinto stato immaginazione (stato lunare cosciente) coscienza psichica
- venere: il sesto stato ispirazione (stato solare cosciente) coscienza iperpsichica
- vulcano: il settimo stato intuizione (stato saturnio cosciente) coscienza onnisciente
Sulle future incarnazioni Giove, la materia perderà consistenza, ripresentandosi allo stato liquido astrale, su Venere alla condizione aerea eterica e su Vulcano allo stato calorico e spirituale.
Ogni “fase” planetaria oltre che a determinare l’origine di un particolare “stato” della sostanza, realizza anche un nuovo stato di coscienza. Su Saturno, lo stato di coscienza è pari a quello presente nel mondo minerale (sonno letargico, di trance); sul Sole la coscienza dei vegetali (sonno senza sogni); sulla Luna la condizione degli animali (stato di sogno), sulla terra stato umano (stato di veglia). Sulla futura incarnazione di Giove si presenterà una coscienza immaginativa, su Giove una condizione ispirativa, su Vulcano uno stato intuitivo.
Tiziano BellucciSi può concepire l'evoluzione cosmica in 7 ere, corrispondenti a 7 stati germinali simbolizzati da 7 alberi che generano 7 semi, quale frutto del lavoro di elaborazione.
"albero" saturno: creazione del calore (con simbolo dello Zolfo infuocato)
"albero"sole: luce e aria
"albero" luna: suono ed acqua (con simbolo dell'argento vivo)
"albero"terra: mineralità (con simbolo del Sale)
"albero"giove: acqua, aria e fuoco
"albero"venere: aria e fuoco
"albero" vulcano: fuoco
Sviluppo degli stati coscienza:
- saturno: Il primo stato di coscienza fu miliardi di anni fa: uno stato di trance: minerale: medianico: Coscienza saturnia=onniscienza: percezione telepatica, partecipazione inconscia ai fatti che accadono dalla terra sino alla zona zodiacale.
- sole: il secondo stato fu lo stato di sonno senza sogni o vegetale: coscienza solare o percezione telepatica e partecipazione inconscia a qualsiasi cosa accade nel sistema solare.
- luna: il terzo stato fu lo stato di sogno o animale: coscienza lunare o percezione telepatica e partecipazione inconscia ai fatti accaduti nell'orbita della luna
- terra: il quarto stato: attuale o percezione di ciò che avviene solo tramite i propri sensi
- giove: il quinto stato immaginazione (stato lunare cosciente) coscienza psichica
- venere: il sesto stato ispirazione (stato solare cosciente) coscienza iperpsichica
- vulcano: il settimo stato intuizione (stato saturnio cosciente) coscienza onnisciente
Sulle future incarnazioni Giove, la materia perderà consistenza, ripresentandosi allo stato liquido astrale, su Venere alla condizione aerea eterica e su Vulcano allo stato calorico e spirituale.
Ogni “fase” planetaria oltre che a determinare l’origine di un particolare “stato” della sostanza, realizza anche un nuovo stato di coscienza. Su Saturno, lo stato di coscienza è pari a quello presente nel mondo minerale (sonno letargico, di trance); sul Sole la coscienza dei vegetali (sonno senza sogni); sulla Luna la condizione degli animali (stato di sogno), sulla terra stato umano (stato di veglia). Sulla futura incarnazione di Giove si presenterà una coscienza immaginativa, su Giove una condizione ispirativa, su Vulcano uno stato intuitivo.
Tiziano Bellucci
IL BELLO DELLA VITA
La nostra vita è un soffio nell’eternità.
Tutto deve trasformarsi
se deve esistere
un respiro continuo, un palpitare,
un battere, una vita eterna
ovunque. Oggi non si tutela, non si onora la conoscenza di ciò che nacque dal fuoco:
si adorano le ceneri.
Non abbiamo l’eternità in noi.
Ora.
Abbiamo solo attimi.
In cui dire: “fermati, amore sei bello”
"E che voi siete figli di Dio, lo prova il fatto che Dio mandò nei vostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida "Padre!" Quindi non sei più schiavo, ma figlio e se figlio, sei anche erede per grazia di Dio".
Lettera ai Galati, San Paolo
Interpretare queste parole è qualcosa di molto elevato.
L'entità del Figlio, attraverso il suo sacrificio, è morto per RINASCERE dentro il cuore di ogni uomo.
Si espande tramite il sangue, in tutto il corpo: nel nostro petto abbiamo lo stesso Principio che ha creato il mondo (Cristo- Sole) che -se lo vogliamo- è capace di collegarci con il Principio Cosmo Padre Universo. Possiamo diventare co-creatori e collaboratori del Creatore.
Tiziano Bellucci
Innamorarsi è autocompiacersi di qualcosa che crediamo di poter possedere
Un indizio tipico del’innamoramento, è il sentirsi appartenere all’altro e che l’altro ci appartenga. E’ una sintomologia che prevede e pretende una dipendenza reciproca: “io sono tuo e tu sei mia”.
“mi piace pensare che qualcuno diventa mia proprietà” dice inconsciamente l’innamorato.
Questa forma di legame di proprietà reciproca –che a detta di Socrate- è “una forma di delirio”, è purtroppo illusoria: perché non vi è nulla che possa appartenere a qualcosa o a qualcuno.
Tutto finisce, tutto termina. Anche l’innamoramento. E quindi innamorandosi ci si predispone ad una inevitabile delusione futura, quando noi – o l’altro- vedranno la fine dell’appartenersi per motivi di sfinimento o interesse o morte del legame.
Innamorarsi significa quindi “preparare” una tragedia, la quale si risolverà in un soffrire per qualcosa che era destinato a finire per via naturale, dato che non vi è nulla che dura in eterno (sulla Terra).
L’innamorato si “compiace” e gode nel credere di aver sottoscritto un reciproco atto di appartenenza.
“Crede” perché niente e nessuna appartiene a qualcuno.
Ci si potrebbe chiedere: "ma perchè allora mi innamoro, se è sconveniente?" Semplice: perchè l’uomo ama vivere in uno stato di “tragedia “ imminente. Rende la vita più densa, più drammatica. Più degna di essere vissuta.
Forse sarebbe meglio non innamorarsi più seguendo i criteri ordinari… Forse sarebbe meglio imparare ad amare al di là di possedere qualcuno, sentendolo come fratello e non come “materia” di proprietà o di utilizzo.
Aforismi di Giugno
“ Se si diffondesse su tutta la terra un’epoca oscura, in cui milioni e milioni di uomini vivessero solo nell’assenza di spiritualità ( compresa la moralità) basterebbero solo una dozzina di uomini pervasi da un chiaro entusiasmo morale spirituale a far irradiare la Terra in modo spirituale solare. ( Rudolf Steiner - Il ponte fra spiritualità cosmica e l’elemento fisico umano)
Senza musica la vita sarebbe un errore (Friedrich Nietzsche).
Solo nel suo spirito l’uomo può divenire libero. Chi si identifica con il corpo rimane schiavo dalle leggi del corpo.
Sia il cattolicesimo sia il buddismo aspirano a non ritornare più sulla terra e a rimanere dopo la morte nel paradiso/Nirvana.
Ognuno sceglie il suo destino: la divinità è innocente (Socrate).
“il dolore è un muro tra due giardini”
“gli alberi sono poesie che la terra scrive in cielo”
Non può essere nè la religione e nè la scienza a dare "un senso alla vita". Solo l'ARTE può condurre oltre la soglia del mistero.
Non scegliamo ciò che ci fa bene,ma ciò che ci piace. Se fossimo liberi sceglieremmo solo ciò che ci fa bene, anche se non ci piace.
Nessuno può innamorarsi per libera scelta: ci si innamora obbligati dall'attrazione. Si crede di scegliere, ma è lei che decide.
Chi è schiavo asseconda gli altri alla prigionia. Chi è libero aiuta gli altri a liberarsi. (Krishnamurti)
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