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Pensieri viventi: novembre 2024. Antroposofia



Attività utili per i defunti:

-La preghiera del Requiem (ripetuta 3 volte) " L’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen." meglio se recitata in latino: Requiem aeternitatis dabit vobis, quoniam in proximo est ille, qui in finem saeculi adveniet.

- La lettura e la meditazione del Prologo del Vangelo di Giovanni cap 1,1 - 18

-Il capitolo 11 del Vangelo di Giovanni

-Il Cantico delle Creature di San Francesco

-Lo studio delle conferenze di R. Steiner dedicate ai defunti: https://www.rudolfsteiner.it/shop/libri/&stringa=morte


 

DOVE E' LA PACE, LA SALVEZZA OGGI?


Ci si potrebbe chiedere: dove sono le parole: “Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio Nome, egli ve la darà” (Giovanni 16:23) sono sparite, non agiscono piu?

Queste forze sono nell'atmosfera della Terra, ma possono agire solo in coloro che credono nel suo "Nome".

” Se crederete in me, (nel mio Nome) , farete cose persino più grandi di me”.

Quale è questo Nome? questa Parola che realizza le domande?

Quale è il mezzo per avere le protezione e guarigione?

Si tratta del NOME occulto di un ALTISSIMO PRINCIPIO SPIRITUALE che è custodito dentro la parola “IO”.

Si, dentro ad ogni IO.

Ognuno possiede un io.

E tutti si chiamano nel “proprio nome”: io.

Chiediamoci in "nome" di chi viviamo, pensiamo, crediamo?

nel nome della TV, della radio, dei media, delle chiacchiere o nel NOME del nostro IO, della nostra individualità spirituale? Nella nostra Monade solare?

C'è la possibilità di scoprire la MAGIA potenziale che esiste in questa parolina "io".

Credere o chiedere nel "suo nome" significa credere che in noi esiste lo spirito. E NOMINARLO è la chiave

E' lo spirito che abita in noi e pochi sappiamo di possedere.

In altri termini: "se riconosci in te che esiste un io che è accessibile alla tua coscienza, questo "io" ha il potere di guarire e di proteggerti su ogni piano, perchè è della stessa natura del divino.

E' immortale, quindi INVULNERABILE.

Credere, sapere di essere l'io è guarigione

L'io/Spirito agisce, ma solo in chi crede in Lui, nel suo Nome.

Tiziano Bellucci


 

RITROVIAMO I NOSTRI CARI DOPO LA MORTE?

Certamente si.

E viviamo con essi rapporti molto più intimi, pieni e intensi, senza limiti e ostacoli.

Nel mondo spirituale ogni essere umano è provvisto di una propria "tonica" o nota sonora individuale.

E quella "nota" ci distingue dagli altri, al contempo rendendoci riconoscibile ed individuabile. Unici e irripetibili.

Il nostro essere "pronunzia" il suo suono: pronunziando il proprio nome spirituale, che ci caratterizza là.

Chi muore per primo, può seguire le opere e le vicende di un suo caro rimasto ancora sul piano fisico.

Ovviamente chi è nel Devachan non può vedere la realtà fisica in cui vivono gli umani, i colori, le forme fisiche.

Non ha più gli organi fisici.

Ma si deve sapere che tutto ciò che esiste sulla terra ha una sua controimmagine nel mondo spirituale: e il defunto vede appunto queste trasformazioni, questi movimenti di natura sovrasensibile.

Ciò che accade qui, ogni movimento fatto con le mani, conon le gambe, ma anche ogni pensiero e sentimento divengono visibili di là, e si esprimono secondo forme e colori spirituali visibili dal disincarnato.

Quando sulla terra viene presa in mano una mela, nel Devachan non si vede la mela o la mano, ma il sistema di forze che sta intorno ad esse. Si vede l'anima dell'uomo e la forza vitale che scorre nella mela che vengono in contatto.

Nel mondo spirituale tutto diventa unità e si avverte come una "rete" d'amore che compenetra ogni cosa vivente o inorganica sulla terra.

A cura di T. Bellucci

 

l Perdonare e i defunti


Supponiamo che in un conflitto fra due persone una di questa compia un'azione ingiusta o cattiva, mentre l'altra, quella che l'ha subita, decida di perdonare.

Ciò determina un rafforzamento dell'io superiore in chi perdona.

L'atto del perdonare, il vero perdono, avrà una grandissima importanza per la vita dopo la morte di chi è stato perdonato, indipendentemente dal fatto che quest'ultimo lo sappia o non nella sua coscienza ordinaria.


Perdonare è molto difficile, ma quando si verifica, un essere umano comincia a farsi carico del karma di un altro, di colui che ha ottenuto il suo perdono. Dopo la morte, nel kamaloca, colui che ha perdonato diventa per l'altro una luminosa stella che lo guida, perché il campo visivo spirituale del disincarnato diviene “oscurato” dalle sue colpe: la sua disarmonia con il cosmo. L'anima che aveva perdonato all'altra, le si accosta dopo la morte, quale messaggera del Cristo, e l'aiuta nella giusta valutazione delle azioni compiute sulla Terra, e quindi ad alleggerire la sua pena.

E così, un essere umano già molto avanti nel suo cammino evolutivo, può aiutare due volte un proprio simile, una volta sulla Terra e una volta nei mondi spirituali.

Tiziano Bellucci


 

Karma individuale e karma di popolo

 Riguardo a personalità che hanno fatto la storia come Aristotele, Carlo magno, Lutero, Napoleone, si può pensare che le loro azioni fossero dettate dal loro karma individuale? Si tratta di conseguenze di loro azioni accadute in un’altra vita?

Si deve sapere che la storia non viene scritta dagli uomini, ma dal mondo spirituale. Ciò che deve accadere nel mondo, avviene tramite l’inserimento di determinate individualità. Esse vengono condotte e ispirate dal mondo spirituale, senza necessariamente tener conto se esse siano sufficientemente avanzate per tirare le redini dell’umanità.

 I destini di queste persone non hanno a che fare con il loro karma. Il karma di una personalità può essere interrotto o prolungato: una vita può essere messa al servizio degli scopi delle entità divine, affinché tramite tale sacrificio possano essere dati delle svolte direzionali all’umanità.

Le manifestazioni del karma, R. Steiner

 

DESTINO E LIBERTA' 

L’uomo crede di essere lui l’artefice del suo destino […], di crearlo giorno per giorno: di scriverlo passo dopo passo.

 E che creda questo è un bene: perché egli deve operare nella convinzione che esista un libero arbitrio, un caso, una fatalità. In realtà noi non possiamo condurre nulla della nostra vita: nulla è inventato da noi.

Quando pensiamo come organizzarla, quando ci disperiamo per trovare una via d’uscita, una direzione e crediamo di essere noi a trovarla non è a causa nostra.

Arrivano le occasioni, gli incontri. Non li creiamo noi.

A poco serve scervellarsi per “organizzare” la vita: tutto giunge a suo tempo

Si tratta di “ricordarci” di ciò che è scritto nel nostro destino: non di inventarcelo, di supporlo. Perché tutto è perfetto, se sappiamo leggerlo.

Vi è solo una cosa che possiamo creare noi nel nostro destino: perdonare. Questo non è scritto in nessun luogo, in cielo e in terra.

Tiziano Bellucci – L’Arte della Libertà


Rudolf Steiner, propone un versetto da meditare per celebrare in modo adeguato questo periodo di commemorazione dei defunti.

Il riferimento è Il seme, che viene deposto sotto terra e solo se si disfa, si putrefà può far nascere da se stesso, una nuova futura pianta.

Si tratta di far agire su di sé nella settimana che va dal 27 ottobre al 2 novembre, queste parole:

“Nella luce solare dell’anima germogliano

I frutti maturi del pensare,

nella sicurezza della propria coscienza

si trasforma ogni sentire.

Posso sentire con gioia

il risveglio spirituale dell’autunno:

l’inverno desterà in me l’estate dell’anima.”


 

La visione di Ezechiele e le antiche anime di gruppo umane

Questa “visione” è stata equivocata, annoverata fra le possibili “astronavi” galattiche apparse in epoca antica.

 Si tratta invece di una visione chiaroveggente, che mostra 4 tipi di entità spirituali che hanno partecipato e reso possibile la forma umana nell’antico passato.

Queste 4 forme indicano 4 costellazioni: il Toro, il Leone, l’Aquila (scorpione) e l’Acquario (portatore d’acqua). Queste entità, sono responsabili della forma a “croce” umana. Provengono infatti da 4 direzioni cosmiche, 4 direzioni spaziali.

Sono entità che, prima che l’uomo avesse un io, fungevano da “alter ego” spirituale dell’uomo, surrogando il suo io. Lo guidarono nelle varie ere ad acquisire un autocoscienza individuale che appoggiasse su se stessa.

Questa si realizzò con la venuta del Cristo: Egli fu il portatore del principio cosciente dell’io. Da allora in poi le 4 anime di gruppo delle costellazioni ritirarono la loro azione.

Gli iniziati pre-cristiani, quando giungevano all’Iniziazione avevano la visione suddetta: incontravano le entità che abitavano la sua coscienza. I 4 animali archetipici. Che troviamo sia legati agli evangelisti, sia nell’Apocalisse.

Tiziano Bellucci

 


Il guardiano della soglia

Semplice e chiara spiegazione che sintetizza il perché dei impedimenti che il guardiano ci impone, come riconoscerlo attraverso l'ampliamento della conoscenza oggettiva dei maestri che inducono all'osservazione dei nostri processi cognitivi erronei 'grossolani' o la bestia che vive in noi per puoi domarla, sempre e comunque con l'indispensabile aiuto del guardiano che a prima vista sembrava paradossalmente contro di noi ma in verità è una forza neutralizzante tra i quattro centri inferiori e i tre superiori, tra la bestia 'inferi' e lo spirito 'paradiso'.

Tiziano Bellucci


 

IMMORTALITA' E INNATALITA'


" Non passiamo, quali esseri immortali, solo la soglia della morte, ma giungiamo quali esseri "non nati" attraverso la porta della nascita.

 Dobbiamo aggiungere alla parola immortalità la parola innatalità, se vogliamo afferrare pienamente l'uomo nella sua essenza. "

Rudolf Steiner, 1920

 



IL “VIAGGIO” DELLA “MORTE”

Chi ha attraversato la soglia della morte è da intendere come un uomo che è partito per un paese lontano, verso il quale siamo momentaneamente impossibilitati a raggiungere; potremo raggiungerlo solo in seguito in quel medesimo luogo.

Per morte, si intende quel particolarissimo momento predestinato dall’uomo stesso prima di incarnarsi, in cui l’anima scioglie i legami con il corpo fisico; questo viene abbandonato a sè stesso: di conseguenza l’uomo diviene privo di ciò che prima gli dava conoscenza e percezione del mondo circostante.

Subito dopo la morte, avendo ancora il proprio corpo eterico, si ha ancora una coscienza simile a quella che si aveva sulla Terra; si sperimenta comunque una sensazione diversa, data dalla mancanza della gravità, conferita dall’assenza del c.fisico, nella quale si prova un alleggerimento e una liberazione.

Il trapassato può a tutta prima dopo la morte, non vedere nulla: ha una coscienza che lo fa sentire ancora un entità esistente, sopravissuta alla morte, ma tutto lo spazio circostante gli può apparire profondamente buio.

Ciò accade non perchè nel mondo in cui viene a trovarsi sia buio; in realtà è accecato dall’immensa luce che qui esiste.

La sua coscienza è troppo debole rispetto la super coscienza che vige nello Spirito.

L’anima viene come sopraffatta dalla grandezza della coscienza di Luce cosmica che si presenta.

La sensazione che l’uomo sperimenta dopo la morte, prima di essere riuscito a vedere qualcosa intorno a sè, si può descrivere con una similitudine: il morto si sente come un pulcino che dopo aver vissuto una vita cosciente entro il suo guscio, rompendolo e uscendone fuori prendesse coscienza dell’esistenza di un mondo esterno che prima ignorava: ora dal di fuori può vedere quanto fosse piccolo il mondo in cui prima abitava, rispetto il nuovo mondo sconfinato: il mondo spirituale.

Egli ha dapprima solo un diverso sentimento di autopercezione di sè: in realtà egli si sta effondendo nel cosmo, ma subito non ne ha coscienza.

Conoscenze antroposofiche rielaborate da Tiziano Bellucci


 

Il 31 ottobre e SAMSHAIN (Signore della morte)

Secondo la tradizione celtica, in questo momento dell’anno il confine tra il mondo dei vivi e il cosiddetto “mondo ultraterreno” era meno rigido.

Inizia infatti, un periodo che perdura sino al 6 Gennaio, in cui vi è maggiore possibilità di comunicare e avere esperienze soprasensibili: il "velo" che separa la materia dallo spirito, si "assottiglia".

Steiner parla della festa di Halloween connettendola con la notte di "valpurga", ossia di un particolare periodo dell'anno (fine ottobre) in cui si "apre" un particolare canale ove è possibile una comunicazione diretta con il mondo dei morti.

 In questi mesi, l'essere umano è "più chiaroveggente".

E questo persiste sino al 6 gennaio, notte in cui si "aggira" l'ultimo rimasuglio di questa chiaroveggenza.

 il 6 Gennaio si conclude un periodo speciale: cominciato il 31 ottobre, con Halloween, la notte delle streghe.

In questo lasso di tempo il mondo spirituale, si "apre" si rende percepibile più che in altri momenti. E questa "apertura" raggiunge il suo culmine, proprio durante le 13 notti sante, concludendosi con il 6 Gennaio.

Ecco che in questa notte si aggira "l'ultima strega" (la befana) ossia l'ultima reminescenza di chiaroveggenza, la quale segna la fine dell'epoca.

 

LA FEDELTA'

Creati un modo nuovo, forte e coraggioso, di vedere la fedeltà.

Ciò che gli uomini chiamano generalmente fedeltà, svanisce rapidamente;

trasforma invece in ciò che segue la tua fedeltà:

nell'altro avrai sperimentato talune situazioni di brevissima durata,

attimi in cui egli ti sia apparso come ricolmo dell'archetipo del suo spirito.

Potranno poi sopravvenire altri momenti,periodi anche lunghi, in cui l'altro appare avvolto nell'oscurità.

Proprio durante tali periodi dovresti imparare a dirti:

lo spirito mi rinforza, io penso al suo archetipo umano che una volta ho avuto modo di vedere in lui.

Questo archetipo sia oggetto del mio sforzo.

Questo sforzo è fedeltà.

E così, anelando alla fedeltà, ogni uomo potrà essere vicino all'altro con la forza di un'angelo custode.

R. Steiner

 

LE ROCCE DI VETRO LUNARE


In una conferenza tenuta il 3 giugno 1924, parlando delle rocce lunari, Rudolf Steiner disse che esse sono differenti dai minerali terrestri ed appaiono come vetrificate.

Allora non c'erano né cosmonauti né missili e la scoperta di Steiner non potè essere fatta che per una via spirituale; gli studiosi ridevano ancora di queste affermazioni fino a poco tempo fa, finché gli equipaggi dell'Apollo XI e XII hanno riportato delle rocce contenenti alcune perle vitree delle quali non si

spiega l'origine.

Coincidenze! diranno alcuni, ma a mano a mano che tutte le indicazioni di Rudolf Steiner si dimostrano esatte, si è costretti a concludere che il caso è molto compiacente.

Dal testo: "Medicina antroposofica, Victor Bott"

 

TROVARE IL RESPONSABILE DENTRO DI NOI?


Quando non riusciamo a progredire è sempre meglio verificare in ogni istante quanto poco siamo cresciuti nella capacità di cercare i motivi dentro di noi.

Il giorno in cui decideremo di cercare la causa sempre dentro di noi avremo fatto un importante passo avanti. Allora vedremo che progrediamo non solo nelle cose più distanti ma anche in quelle della vita esteriore.

R. steiner, da Gesù a Cristo.


 

"l'ontogenesi ricapitola la filogenesi"

Nel ventre materno, gli stadi di sviluppo del germe di un essere vivente (ontogenesi) sono una rapida ripetizione di quello che è stato il lento sviluppo di tutta la storia dell’evoluzione dell’umanità (filogenesi).

Osservando le fasi di sviluppo di un feto animale o umano, si possono percepire i percorsi evolutivi, le mutazioni e le lotte che tutta la specie ha attraversato durante i millenni.

“L’umanità, è una sorta di grande pesce, una balena che nuota nel mare dell’universo. Ogni essere umano è una scaglia, una cellula di questa balena. Se una parte di essa viene ferita da un’altra cellula, il dolore e il danno si diffonde in tutto l’essere della balena. ”

 

LA DEVOZIONE E LA DEDIZIONE ALLA SCIENZA SPIRITUALE DI R. STEINER


Sarà capitato a qualcuno di aprire la Bibbia, i Veda, il Corano: qualsiasi sacra scrittura.

Ci si sente subito presi da un’atmosfera rigida, quasi lontana, che ci coglie e ci distacca, comunicandoci un senso di estraneità. A tutta prima se lo si legge come fosse un documento storico, che parla di fatti accaduti, si percepisce il tutto come un’irrealtà: questo è sufficiente per “chiudere” il testo e dire: “si tratta di cose antiche, vecchie, non attuali, anacronistiche. Non fa per me. Me ne occuperò in altri momenti.

Se poi, mossi da un maggiore interesse, ci si volesse avvalere di un commentario cattolico, o rabbinico, o vedantico tradizionali, se si volesse comprendere il significato di tali parole, ancor peggio ci si sentirebbe pervasi da un’atmosfera istituzionalista, dogmatica, perbenista e moralista. Il che ci condurrebbe ad una insoddisfazione ancora maggiore.

L’anima di oggi dovrebbe sentirsi “perduta” se non potesse soccorrerla l’esoterismo, l’indagine scientifico spirituale dell’antroposofia.

Leggendo, studiando le comunicazioni di R. Steiner riguardo a tali testi religiosi, all’interpretazione che ne viene in seguito all’osservazione chiaroveggente, tutto si amplia: l’estraneità, il senso di dogma e di moralismo si dipana e si annienta, sperimentando una vera sensazione salvifica.

In quei momenti sgorga dal petto e dalla mente un’immensa gratitudine per il grado di nutrimento e di salute che è possibile ricevere dalla conoscenza antroposofica. Il metodo di R. Steiner non solo “spiega” le scritture, e neppure “rivela” come fa la chiesa rimettendo sopra un altro velo, ma dona all’anima il fecondo e luminoso, appagante frutto del vero, del sentirsi vivi.

Quando –dai testi sacri- ci si immerge nelle relative comunicazioni antroposofiche è come se l’aria entro i polmoni si purificasse, diventando leggera e l’anima potesse gioire nel respirare, ringraziare che “io non sarei nulla senza l'antroposofia", perchè esiste per fortuna, un'altra e meravigliosa possibilità di capire”, offerta da R. Steiner.

Non posso con questa grazia ricevuta, che dispensare a mia volta, con la mia dedizione, la mia infinita riconoscenza alla Sua anima superiore, al suo Spirito micheliano.

Tiziano Bellucci


 

Voi che noi amiamo,

voi non ci vedete,

non ci sentite,

ci credete molto lontani

eppure siamo così vicini.

Siamo messaggeri che portano la vicinanza

a chi è lontano,

siamo messaggeri che portano la luce

a chi è nell'oscurità,

siamo messaggeri che portano la parola

a coloro che chiedono.

Non siamo luce,

non siamo messaggio:

siamo i messaggeri.

Noi non siamo niente,

voi siete il nostro tutto.

Lasciateci vivere nei vostri occhi,

guardate il vostro mondo attraverso noi,

riconquistate insieme a noi lo sguardo pieno d'amore,

allora noi saremo vicini a voi.

"Così vicino così lontano" Regia di Wim Wenders - 1993

 

FARE L'AMORE

Si fa l'amore quando si ha dolcezza nel cuore, quando si sente caro l'altro, quando lo si perdona per ogni cosa

E lo si avvolge di tenerezza e passione pura sentendolo solo e sperduto.

- Compassione

- Carità

- Misericordia

questo è l'amore.

Perchè l'amore si fa, non si sente o si pensa.

Fare l'amore è collaborare, cooperare con un altro essere, per progetti fecondi.

Gli angeli si amano: e non si chiedono perchè e come collaborare con Dio. L'angelo "fa l'amore" con Dio, suonando la sua anima, come un arpa, e partecipando a far ruotare i pianeti, a ritmo della sua passione d'amore.

Fare l'amore è suonare all'unisono la volontà del cosmo, non per dovere, ma per piacere. Fare l'amore è difficile. Perchè bisogna diventare angeli: Dèi.

Tiziano Bellucci


L’IMPULSO INSITO NELLE FORZE SESSUALI CELA UNA SEGRETA INTENZIONE


La riproduzione, il perpetuarsi della specie è presente in tutti i regni, escluso il minerale.

L’impulso insito nelle forze sessuali, impegnato per la lotta per l’esistenza, cela una segreta intenzionepromanante dallo spirito universale: il generare continue e incessanti occasioni per esperire il fenomeno dell’esistenza, il processo della vita entro un corpo fisico.

Lo spirito cosmico “si cerca”, si vuole, desidera sapere di sé, della sua identità: e tramite l’uomo “spinge” la corrente della vita, come sua intenzione di “pura brama” di conoscenza. La “pura volontà di conoscere, o brama divina” si esprime nell’uomo a tutta prima come sesso. Cosa che l’uomo male interpreta, deforma e utilizza al di là dello scopo che gli dovrebbe essere proprio. La forza sessuale chiede di essere disincantata nel suo iniziale presentarsi, dalla sua veste di forza procreatrice e di sensazione erotica. Da brama del corpo, chiede di diventare brama per il divino: da passione per il corpo, invoca la pura passione per il ritrovamento dell’identità mai avuta, dallo spirito.

Una persona bramosa, quindi potenzialmente non può essere né un “fuorilegge di Dio” né rappresentare il “male”: è soltanto un essere in cui lo Spirito “si cerca più che in altri”.Un uomo pieno di passioni, brame e istinti, purché esprima un minimo di capacità di pensiero, se saprà dare un senso alle sue brame, apparirà un individuo ricco di forze di conoscenza: un reale potenziale “cercatore” di sé.

Non esistono “peccatori”, ma soltanto uomini in attesa di comprendere il valore della vita: il dilemma è non arrivare mai a capirlo. Restare “bramosi” tutta la vita senza capire nulla del senso delle brame e degli istinti, è il grande peccato. Il senso della vita, è dare un senso alla vita: comprendere il ruolo delle brame, delle passioni travestite da “occasioni di autoconoscenza”.

La scienza dello spirito europea, indica una via per la realizzazione di una “purificazione” della brama ordinaria, in pura “brama per lo spirito”. Ciò è ritrovabile nei testi di R. Steiner: l’Iniziazione, Scienza occulta e Teosofia. Si tratta della “Meditazione della rosacroce”

Tiziano Bellucci


 

COSA FA L’ANGELO NELLA NOSTRA ANIMA?


"Ogni singolo Angelo che ha un compito in rapporto al singolo uomo, forma immagini nell’anima dell’uomo. Vengono in noi continuamente formate immagini. Sono immagini che sorgono e svaniscono. Se non venissero formate, non ci sarebbe nessuna evoluzione dell’uomo nel futuro verso il bene.

Dove si trova questo lavoro? Orbene, oggi come oggi lo si trova solo nell’uomo che dorme. Gli angeli ispirano all’uomo determinate immagini, mentre dorme.

Vi è una mèta finale dell’umanità verso cui siamo chiamati a svilupparci e gli Angeli la “anticipano” in noi sotto forma di immagini, e dalle immagini nascerà poi nella sua realtà l’umanità trasformata.

Viene data la predisposizione necessaria per la futura evoluzione dell’umanità.

Gli angeli in questo lavoro perseguono un ben preciso scopo riguardo la struttura futura del sociale nella vita umana sulla Terra.

E nel corpo astrale dell’uomo vogliono suscitare immagini tali da ispirare determinate condizioni sociali nella convivenza umana futura.

Che tipo di immagini sono?

1- Sono immagini in cui agisce il principio per cui in futuro nessun uomo potrà godersi in pace la felicità se altri accanto a lui sono infelici. Regna in ciò un certo impulso di assoluta fratellanza.

2- Ma c’è anche un secondo impulso dal cui punto di vista gli Angeli agiscono. Vale a dire:

in futuro ogni uomo vedrà in ogni altro uomo un essere divino nascosto.

Smetteremo di considerare l’uomo come un animale superiore, si manifesterà qualcosa che viene dalle profondità divine del mondo, qualcosa che si esprime all’esterno per mezzo della carne e del sangue.

Tutta la libera religiosità che si svilupperà in futuro nell’umanità si baserà sul fatto che in ogni uomo verrà riconosciuta l’immagine e la somiglianza della divinità, e non solo in teoria, ma direttamente nella vita pratica.

Allora non ci potrà essere nessun obbligo religioso, perché l’incontro di ogni uomo con

ogni uomo sarà fi n dall’inizio un’azione religiosa, un «sacramento» vero e proprio.

Questo perlomeno sta alla base degli impulsi del lavoro degli Angeli: effondere sugli uomini la piena libertà della vita religiosa.

3- E c’è anche una terza cosa a cui mirano: dare all’uomo la facoltà di giungere allo spirito attraverso il pensiero, di oltrepassare l’abisso grazie al pensiero e fare l’esperienza di ciò che è spirituale.

1 • fratellanza per i corpi,

2 • libertà religiosa per l’anima,

3 • Scienza dello spirituale per lo spirito.

A poco a poco gli uomini devono portare a coscienza quanto vi ho appena descritto. Ciò fa

parte dell’evoluzione umana.

Estratto da R. Steiner: 9th October, 1918 | Zurich | GA0182

CHE COSA FA L’ANGELO NELL’ANIMA DELL’UOMO?

 

L'AMORE: NON TORNA MAI INDIETRO


NON dirò più ad una figlia, ad una donna: "ho cercato di fare tanto per lei, ma guarda cosa mi è rimasto: nulla.

Amare non serve a nulla."

Amare serve a creare nell’altro capacità di amare. Non è qualcosa che dobbiamo attenderci di "guadagnare" come compenso.

 Se amiamo è l'altro che ci guadagna. Non noi.

 Attendersi gratitudine o "qualcosa in cambio" non appartiene alla legge dell'amore. Perchè esso è una forza che procede sempre irraggiando in modo centrifugo, non ritorna mai al centro: va alla periferia.

Il male ritorna sempre indietro a chi lo ha prodotto: è una legge di autocompensazione. Centripeta. Torna verso il centro.

Se diamo un pugno ad una palla di gomma, ad un muro elastico, il pugno affonderà in esso, ma ritornerà indietro con la medesima forza, con forza di rinculo.

 Nulla rimane senza effetto, senza che l'impatto possa ritornare al causatore.

Ma la stessa cosa non vale per l’amore: il bene non torna indietro.

Applicare all'amore la stessa logica del male, è errato.

Il bene non ritorna a noi, ma va nel mondo. Diventa, si trasforma in forza evolutiva a vantaggio di tutta l’umanità.

Forse l’amore non tornerà a noi, ma diventermo piu capace di amare gli altri in futuro.

L’amore che ci siamo dati non servirà a noi, ma al mondo.

L’amore che ci siamo dati non servirà a noi, ma al mondo. Attendersi quell'amore che si è dato è essere egoisti. Perchè l'amore non tornerà indietro, andrà avanti. E dire che non si riceve amore perchè non lo si è dato equivale a dire: "solo se ami sei premiato".

Ma amare è già un premio: mentre ami godi della tua azione.

Cosa altro pretendere?

Tiziano Bellucci


 

VADEMECUM SINTETICO DI CHI VUOLE MIGLIORARSI

- SVILUPPO DELLA PAZIENZA: Devo far di tutto per educare la mia anima e il mio Spirito, ma aspetterò con calma che le potenze superiori mi giudichino maturo per una certa illuminazione.”

- CONTINUI AUTOESAMI E CHIARIFICAZIONI MORALI CON SE’ STESSI.

- DOMINIO DELLA COLLERA E DELL’IRA: Gli occhi animici rimangono inattivi finchè nel discepolo vi è la disposizione a irritarsi.

- SVILUPPO DI TATTO DIPLOMATICO E DI MITEZZA: premettere sempre un elogio positivo rivolto all’interlocutore verso cui si è in disaccordo.

Tiziano Bellucci








 

AVERE ED ESSERE


Un insegnante, un divulgatore, un terapeuta, un artista non può essere solo un teorico che ha appreso da altri o da libri. Egli deve trasmettere la conoscenza di ciò che egli stesso ha sperimentato.

 Deve aver “incontrato” la sua conoscenza e saperla praticare, con destrezza e capacità.

Sovente si crede che basti essere informati per “conoscere” una cosa. Studiarla. Invece conoscere non è raccogliere nozioni, riempirsi di notizie; conoscere è diventare ciò che si è saputo: è raggiungere un’esperienza. Io “conosco la musica” quando la so suonare. Non quando racconto la sua storia o le sue leggi.

Chi ha conseguito una data facoltà, conosce in profondità la strada per arrivarci e i mezzi necessari per realizzare l’obiettivo. Sa come predisporre le proprie risorse al fine di ottenere il risultato. E sa istruire altri.

Chi insegna, deve aver raggiunto il risultato che promette.

Questo concetto vale soprattutto in ambito psicologico e spirituale. Chi parla di Psiche (Anima) e di spirito (Dio) deve averne avuto esperienza, non solo lettura. Parlare di spirito e anima senza averne avuto esperienza è un’astrazione.

 Non è necessario avere sperimentato tutto ciò di cui si parla (perché la conoscenza di tutto non la può possedere un individuo solo): ma bisogna che almeno in parte, alcune conoscenze fondamentali siano state conseguite.

Queste esperienze sono conseguibili da chiunque si applichi con rigore e volontà, come descritto nei testi scientifico spirituali di R. Steiner.

Tiziano Bellucci


 

L'IO E IL POTERE D'AMORE E DI EGOISMO

L’io è una spada due tagli. E’ capace di egoismo e di altruismo. Può iperconcentrarsi arimanicamente in un cinico amore di sé oppure espandersi in un mistica e indefinita passione luciferica.

L’io da un lato inserisce l’uomo nella materia e lo fa distinguere dal tutto. L’io è puro amore, quando è periferico, divino. Ma diventa egoistico quando si contrae, in un punto. L’ego è amore dell’ io concentrato che diviene egoismo.

Un io sano è un io ricco, che mette al servizio del mondo i suoi talenti, le sue capacità, divenendo un attivo collaboratore, che opera a vantaggio del bene dell’umanità. L’io diviene distruttivo quando invece usa solo per se i suoi talenti, per trarne per sè beneficio univoco.

Un ego che si arricchisce solo per proprio vantaggio, chiudendosi ad ogni rapporto con il mondo finisce con annientarsi: il mondo, la vita lo espelle dal consorzio umano e dal senso della vita.

L’io lavora sempre in due direzioni polari: da un lato si arricchisce potenziandosi, dall’altro evita di cadere nell’egoismo.

Tiziano Bellucci


 

IL GENIO PERSONALE, L'ANGELO QUANDO SI DORME


A metà della notte ognuno di noi ha un incontro con il suo Custode, il suo Guardian Angel.

Egli "custodisce" il nostro destino: a quell'ora della notte, ci mostra in anticipo la pagina del nostro domani.

Quando ci svegliano non ricordiamo questo incontro: ma possiamo serbarne un presentimento.

Andare a dormire coscienti che avverrà questo incontro notturno -semmai pronunciando una preghiera o un pensiero in merito- può servire a ricordare al risveglio, quali sono le scelte che "sono scritte", in sintonia con il nostro destino.

Tiziano Bellucci

 





Un ipotesi sull'influsso del cosmo riguardo la formazione della forma umana e corrispondenti specie animali

 

MEDITAZIONE sulla CALMA

Porto la calma in me,

porto in me stesso

le forze che mi fortificano.

Voglio ricolmarmi

del calore di queste forze

voglio compenetrarmi,

della potenza della mia volontà.

E voglio sentire

Come la calma si riversa

In tutto il mio essere,

quando rafforzo in me,

nel trovare in me

la calma come forza

col poderoso mio tendere

R. Steiner

 

Lucifero e Arimane e la missione dell'egoimo

Quando gli dei crearono l'uomo, gli diedero imperfezioni, in modo che egli potesse testare la sua forza su di loro. Dobbiamo ringraziare gli Dei per i nostri difetti, perché la lotta contro di loro ci rende forti e liberi. Ma non dobbiamo amare i difetti anche solo per un attimo. Non abbiamo potuto ringraziare gli Dei che ci ha fatti puri e privi di difetti, perché altrimenti ci avrebbero formato debolmente.

Siamo diventati gli abitanti della terra solo attraverso l'influenza di Lucifero e Arimane; altrimenti il nostro io sarebbe rimasto nelle regioni spirituali, e il nostro corpo sulla superficie terrestre sarebbe stato diretto da quelle regioni.

Anche se Lucifero e Arimane combattono contro l’evoluzione regolare dello spirito divino, sono stati comunque voluti dallo spirito, perché è solo attraverso tale resistenza che l'ego diventa pienamente oggettivo nel mondo fisico. Senza Ahrimane non avremmo visto una pianta verde in quanto tale, ma solo l'essere spirituale che è nella pianta. Una singola pianta è come un capello nel corpo della terra.

Il nostro egoismo nasce solo attraverso Lucifero e Arimane. Esso deve vivere in noi e venire a piena espressione, perché soltanto in questo modo tutta la vita potrà svilupparsi fisicamente in modo perfetto. Ma dobbiamo essere consapevoli che ogni nostra azione ha una colorazione egoista. La nostra simpatia ci spinge ad aiutare gli altri, ma non ci piace essere simpatici.

R. Steiner - Kassel, 3-4 Dicembre 1910 -


 

AFORISMI DI NOVEMBRE


Se una decisione è giusta o sbagliata, se è vera o falsa, lo dimostra l'effetto della sua messa in opera.


Una piccola poesia che i bambini ripetono prima del pasto nelle scuole Waldorf:

"Terra il cibo tu ci hai dato,

Sole tu l’hai maturato,

cara Terra, Sole amato,

il mio cuor vi è tanto grato".

Cristian Morgestern


Non si tratta di essere fatalisti irresponsabili: ma di credere che esiste per tutti un destino per il nostro massimo il bene.


La gravità non è responsabile se gli uomini cadono in errore (A. Einstein).


Se durante il giorno ci chiediamo spesso "sono sveglio o dormo?" ci educhiamo a risvegliare la nostra coscienza.


E' umano farsi promesse. Ma sovrumano mantenerle.


"Nello stesso luogo dove cresce il veleno, si trova anche il suo antidoto"


Il nostro corpo, non è altro che una forma del nostro pensiero, visibile. Liberare il pensiero significa liberare il corpo.

Che i bambini abbiano paura del buio è comprensibile,ma è assurdo e condannabile che da adulti abbiano paura della luce. (Platone)


Bisognerebbe rendere difficilissimo lo sposarsi, anzichè semplificare al massimo il divorziarsi.


Chi vuole sicurezza deve rinunciare alla libertà; chi vuole essere libero deve rinunciare alla sicurezza.

Devi diventare ciò che sei, non ciò che credi di essere.


Tutto ciò che ti circonda l’hai attratto tu, perchè ne hai bisogno per il tuo sviluppo.

La "caduta di Lucifero" rappresenta una "caduta" dello stato di coscienza umano. Da una condizione superIore ad una inferiore.


Non è bene dire: "possa Dio darmi ciò che desidero" ma bensì: "possa io desiderare quanto da Dio mi viene" (Pitagora)


"Cio che chiamiamo libertà ê in realtà una modalità, una via, un tentativo per ritrovare ciò che abbiamo perduto".


I problemi si RISOLVONO solo se si CAMBIA il modo di pensare che è stato usato per crearli.


Abbiamo gli occhi perchè esiste la luce; abbiamo un cervello perchè esistono pensieri che vogliono essere pensati.


Molti non sanno quanto "fare la maglia" possa contribuire allo sviluppo di una sana logica e di un pensare chiaro. R. Steiner


Il sole dona calore senza ricambio. Amare serve a creare nell’altro capacità di amare.


 

LA LUCE VERA, CHE ILLUMINA OGNI UOMO. Natale 2024


3 incontri di lunedì alla luce della Scienza Spirituale su Zoom dalle 21 alle 22 a cura di Tiziano Bellucci

45 minuti di esposizione del relatore + 15 minuti domande

9-12-24 Infanzia della Luce nei vangeli apocrifi

16-12-24 l’incontro con la Luce/Logos nell’eterico

 23-12-24 Le tredici Luci di Natale


Costo: x 3 incontri: 27 euro


Gli incontri saranno video registrati: sarà possibile visionarli qualche ora dopo la diretta tramite invio via mail del link video

Proposta a cura di Tiziano Bellucci, ricercatore antroposofo



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