Perchè sono apparsi più geni e talenti artistici maschili che non femminili?
Solitamente si relega il problema della non affermazione nel mondo del femminile a causa di un retaggio di una società patriarcale maschilista che ha represso il mondo femminile. Questa ipotesi è lecita, ma non è la sola. Un esame oggettivo può condurci ad un altra prospettiva.
L’umano si incarna una volta in un corpo maschile, una volta in un corpo femminile. Quando è maschio diviene privo di chiaroveggenza ed intuito; può solo maneggiare la materia e trasformarla. Quando è femmina vive di continuo nel mondo spirituale, ha visioni interiori e intuizioni, che serba in sè ammirandole come idee delle altezze.
Creare una musica, una pittura, una poesia è “materializzare” lo spirito. E la donna non ama questo: preferisce vivere le esperienze, senza tradurle, perchè sente che esse “perdono” dell’essenza reale.
Il maschio “traspone” nel fisico, con suoni, pennelli, sculture, ciò che gli appare in ispirito. Egli è più presuntuoso e più irruento. La femmina, più devotamente preferisce coltivare in se i tesori che riceve, senza oggettivarli, per timore di “sminuirli,” snaturarli.
Per una femmina creare una musica, una pittura, una poesia è “traporre nella materia” lo spirito. E la donna non ama questo: materializzare significa uccidere. Ella preferisce vivere le esperienze spirituali, senza tradurle, senza dar loro una forma, perchè sente che esse “perdono” dell’essenza reale una volta “bloccate” in un testo, in un dipinto, in una musica.
Il maschio è “sfrontato” e maleducato nei confronti dello spirito: lo muove immobilizzare, fermare in una forma. La donna no. Vuole che l’arte fluisca senza forme, senza categorie: vuole vivere il reale, non godere del reale nelle copie fisiche.
L’inclinazione naturale del maschio è di “affermarsi”, di ostentare, di vantare, di esibire di “sfoggiare” le qualità, per averne un ritorno egoico. E questo lo porta a farlo tramite la materia esterna. Progettando, archittettando, dipingendo, suonando il maschio “blocca” lo spirito nella materia, SPACCIANDOSI per un creatore, un dio terrestre.
La donna non ha questa ambizione: non vuole offendere lo spirito, non vuole rivendicare di essere una “creatrice”, capace di creare dal nulla. La femmina si sente una COLLABORATRICE della creazione, una Dea della vita (non della materia) e questa inclinazione l’ha sempre trattenuta dal non dover cercare consensi come genio terrestre.
La femmina non vuole creare dei simulacri, dove seppelire il divino: ogni opera d’arte è infatti un tentativo di “imbalsamare” il divino. Ed è a causa di questa “salvaguardia” del femminile nei confronti del mondo spirituale, non ci sono stati “geni” nell’arte e nella tecnica.
Esistono potenzialmente dunque più geni nel femminile che nel maschile: la donna è più dotata artisticamente dell’uomo. Ma non sente il bisogno di “mostrare” al mondo le sue doti.
L’uomo invece reclama un riconoscimento: chiede un consenso al mondo e lo fa dandosi da fare nell’applicarsi nelle arti e nelle tecniche. La donna non ha bisogno di consensi. E’ già divina e geniale.
Tuttavia serviva che qualcuno “marchiasse” il mondo fisico con un arte ostentata ed egoica, tramite il maschio.
Se la terra fosse stata solo popolata da donne, l’arte vivrebbe solo nelle anime, non nel mondo fisico. Si vivrebbe di visioni e di comunione con lo spirito.
L’arte non sarebbe necessaria, perchè la vita sarebbe un opera d’arte.
In realtà non esistono creatori sulla terra: gli artisti si illudono di essere loro i creatori delle loro opere, mentre in realtà essi attingono la sostanza delle loro idee dal mondo dell’ispirazione: il mondo spirituale. Là esiste ogni modello della creazione umana. Ogni uomo prende da òà i suoi modelli, senza accorgersene. Lo fa durante la notte, o in momentoi in cui la sua coscienza è “ispirata” dal mondo spirituale. Non è mai l’uomo a creare: egli è solo strumento del divino. Le donne hanno sempre saputo questo e per tal motivo non hanno mai voluto pretendere di voler platealmente apparire creatrici. Esse sono ispirate dal divino, molto piu del maschio: ma usano la loro ispirazione in altre modalità. Che appaiono tramite il loro “essere donne”.
Il maschio ha creato l’arte e la scienza perchè il mondo spirituale sparì dalla sua percezione: e dovette inventare dei surrogati degli Dèi perduti. Le opere d’arte, gli strumenti musicali, le invenzioni sono le tombe di Dei morti per il maschio, che egli ha sentito il bisogno di ricordare.
L’arte e la scienza sono nate come surrogati di esperienze che un tempo lìumanità aveva con il divino. Le femmine vivono sempre questa comunione con il divino. Non hanno e non avranno mai bisogno di usare dei simulacri per celebrare il loro vivente mondo spirituale. Per questo non ci sono e non ci saranno geni eccellenti femminili sulla terra: esse sono, nel mondo spriituale, piu geniali dei maschi
L’uomo e la donna sono complementari, perchè il primo può “spiegare” usando nomi ciò che la donna vive solo in immagini; e la donna può suscitare nell’uomo la passione el’esaltazione per la ricerca spirituale.
L’uomo è colui che ha il poter di dare il “nome” allo spirito”: la donna ha il potere di far scendere lo spirito nella materia e di farlo ritrovare all’uomo.
Nascere in un corpo maschile rende possibile una maggiore razionalità e capacità di “tradurre” in modo chiaro e preciso le ispirazioni che si ricevono nell’anima.
In realtà vi sono più “geni e talenti femminili”, che maschili: le donne più agevolmente possono attingere dalle regioni più alte, dove soggiornano le entità più somme.
Soltanto che la femmina è meno predisposta a razionalizzare, a materializzare i contenuti che appaiono in lei.
Le donne sono dunque più geniali dell’uomo: ma non hanno il ruolo di esprimere tramite la materia la loro genialità. Non ne sentono il bisogno. Questo è un ruolo della donna: dispensare grazia, bellezza e presenza divina sulla terra. Essendo la donna immagine del divino. La “genialità” della donna sta nel fatto che cammina sulla terra, vive e vi diffonde la sua spiritualità. Un poeta diceva che “la donna è il mondo spirituale che abita fra noi”.
Il “genio” è femmina. Ma non ha bisogno di dimostrarlo. Lo è.
Si dice che un Dio è vero Dio quando è onnipotente e onnisciente: ma non usa i suoi poteri per dimostrare di esserlo. E’.
La verità spirituale non può deludere nè il maschile nè il femminile, perchè consegna ad essi i rispettivi ruoli, non giudizi o opinioni.
Tiziano Bellucci
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